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Arriva la nostra rivincita

Ho sempre pensato che internet non fosse e non dovesse essere solo ad appannaggio dei digital native. Saranno loro a guidare la rete (e lo stanno già facendo) ma la capacità di di inclusione sarà strategica per la diffusione completa della rete e dei suoi servizi.

E lo dico perché tra qualche anno, quelli della mia età, saranno considerati a tutti gli effetti degli anziani. Anziani per il lavoro ma non per la pensione che non vedremo mai.

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Povero uno su dieci

poverta.jpeg I tecnici, gli analisti della statistica la chiamano “povertà relativa”, perché calcola la percentuale di famiglie e di persone povere sul totale delle famiglie e delle persone residenti. Il dato però offre la cifra della povertà reale in Italia e a fornirlo è l’Istat, che ha presentato lo Studio sulla povertà relativa in Italia nel 2006. Ebbene, lo scorso anno erano 2 milioni e 623.000 famiglie in stato di povertà, pari a 7.537.000 persone e al 12,9 per cento della popolazione. Soprattutto al Sud, dove vive il 65 per cento delle famiglie povere. L’isituto di ricerca rassicura che la povertà nel corso del 2006 è rimasta “sostanzialmente stabile”: una famiglia su dieci, un italiano su dieci vive in condizioni di indigenza. Guardatevi attorno e fate due conti. Osservate bene perché, sempre secondo l’Istat, i messi peggio, in difficoltà sempre crescente, sono gli anziani. Nella terza età l’incidenza della povertà è aumentata da 5,8 a 8,2 per cento. Chi sta meglio sono i single e le coppie senza figli. Per capire quanto siete distanti dalla “linea di povertà”, sappiate che questa è fissata a 970,34 euro, equivalente alla spesa media procapite di una famiglia di due persone. Per il single, la soglia arretra a 582,20 euro di spesa mensile, mentre per una famiglia di quattro persone è fissata a 1581,65 euro. L’Istat traccia anche il profilo della famiglia media italiana candidata alla povertà: genitori con un basso livello d’istruzione o professionale, quindi candidato alla disoccupazione, con tre figli a carico o, a scelta, un anziano. Un dato ancora: vivono in condizioni di indigenza la metà delle famiglie che non possono contare su un reddito da lavoro o una pensione. Personalmente sono curioso di leggere, una volta approvata, le misure del Governo e le eventuali proposte dell’opposizione promosse per dare una risposta concreta a questo problema. Si parla molto in questo periodo della lontananza della politica dalla vita e dai problemi quotidiani. Sembra una banalità ma di fronte a queste percentuali servono interventi strutturali (termine abusato) e non incentivi o cure palliative.

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