Archivi categoria: Prodi

L’addio di Prodi alla politica: grazie Romano

Romano Prodi lascia la politica

E’ stato di parola, Romano Prodi. Più volte in passato aveva ribadito di “non essere uomo per tutte le stagioni” e che in caso di caduta del suo Governo si sarebbe ritirato. Ieri, il premier ha confermato la volontà di lasciare la politica attiva: “Il futuro è sempre bello. Io ho chiuso con la politica italiana, forse ho chiuso anche con la politica. Ma il mondo è pieno di occasioni e di doveri, c’è tanta gente che aspetta una parola di pace e di aiuto, e quindi c’è più spazio adesso di prima”.

Ho votato Prodi, credo che sia stato il premier che per due volte nell’ultimo decennio abbia risanato i conti pubblici pur tra le mille difficoltà determinate da coalizioni troppo eterogenee. Ora lascia perché sconfitto in Parlamento: nessuno l’ha mai fatto primo d’ora in Italia, paese di parrucconi e politici buoni per tutte le stagioni. Grazie Romano. ∞

Lascia un commento

Archiviato in Centrosinistra, Cronaca, Economia, Europa, Governo, Politica, Prodi

Prodi e il sorpasso spagnolo

Prodi in vacanza nelle Dolomiti Il mio capo di Governo – dico mio perché l’ho votato -, Romano Prodi, assicura che la Spagna non ha superato l’Italia. La dichiarazioni arriva dalle nevi delle Dolomiti e sembra più una dichiarazione di (dovuto) amore nei confronti della nazione che governa, piuttosto che un’affermazione ragionata. Infatti Prodi si sbaglia: la Spagna ha superato l’Italia. E non da oggi.

La Spagna ci ha superati, ad esempio, in politica, con una classe politica capace di innovare se stessa e il Paese, nelle riforme, nella cultura, nella crescita economica e sociale, nel senso civico. Insomma, la Spagna sta vivendo da qualche anno una seconda primavera, con qualche incertezza ma anche con molta determinazione. Poco importa se il Pil è ancora inferiore a quello italiano o, come dice il nostro Premier, “l’economia italiana è ancora ben più grande di circa il 50% di quella iberica. E questo è scontato. Ma anche in termini pro capite il nostro Pil è superiore a quello spagnolo di circa il 13%”. E’ solo una questione di tempo. ∞

1 Commento

Archiviato in Attualità, Economia, Europa, Governo, Politica, Prodi

Bono e la maglia nera dell’Italia negli aiuti all’Africa

Italia maglia nera negli aiuti internazionali Bono, leader U2L‘Italia e la Francia non hanno mantenuto nessuna delle loro promesse sugli aiuti umanitari per l’Africa. Parola di Bono, leader degli U2 e tra le star più impegnate nella raccolta di fondi per i paesi poveri. Nell’intervista al quotidiano tedesco “Sueddeutsche Zeitung”, Bono promuove la cancelliera Angela Merkel che ha tenuto fede agli impegni presi nel corso dell’ultimo vertice del G8 ad Heiligendamm.“La Germania non ha imbrogliato – spiega il leader degli U2 – e lo si può constatare nella sua legge Finanziaria. Ad avere imbrogliato sono stati gli altri, la Francia e l’Italia. Durante un mio incontro con i capi di governo ad Heiligendamm uno di loro si è addormentato mentre stavo parlando”. Forse Prodi che ha la pessima abitudine di chiudere gli occhi mentre ascolta l’interlocutore? E’ probabile.Pennichelle a parte rimane serio il problema dell’Italia negli aiuti internazionali: il nostro Stato non ha di fatto promosso in questi anni alcuna buona pratica per promuovere una cultura vicina alla solidarietà internazionale con criteri e obiettivi moderni. Di fatto il vero motore di progetti umanitari è il volontariato e non lo Stato. E’ una realtà triste, non serviva Bono a ricordarcelo perché la cosa è nota ma il suo richiamo è utile a promuovere un inversione di rotta. Difficile da realizzare. ∞

1 Commento

Archiviato in Africa, Costume, Cronaca, Diritti umani, Governo, Mondo, Musica, Politica, Prodi

Anno nuovo, Finanziaria nuova

Il ministro Paoda-Schioppa Il governo ha approvato la legge Finanziaria. Grazie ai senatori a vita. Evitiamo giudizi (già espressi) sulla composizione e la tenuta dell’attuale maggioranza, frutto anche di una legge elettorale scellerata e concentriamoci sulla Finanziaria: è una buona legge che continua a mettere mano ai conti di una Repubblica che non conosce le parole rigore e buona amministrazione.  E’ per questo che il plauso va al ministro Padoa Schioppa che, nel limite del possibile, ha saputo resistere alle pressioni di lobby e congreghe italiche per dare sostanza ad una struttura di gestione della Cosa Pubblica migliore di quanto sia successo in passato.Tra le novità – come riporta anche il Sole 24 Ore – si segnalano la class action, il tetto agli stipendi dei manager, il riutilizzo delle risorse derivanti dalla lotta all’evasione fiscale per sconti Ici e interventi in favore delle fasce deboli del Paese. In campo fiscale gli interventi di questo Governo sono andati più alle imprese, con la semplificazione e la riduzione dei costi fiscali, che aiuti concreti alle famiglie. Un forte sostegno arriva anche alle infrastrutture e alla ricerca. Prevista, poi, una riqualificazione della spesa pubblica che continua a cavalcare e la riduzione dei costi della politica. Nelle pieghe della Finanziaria, ci sono anche nuove regole per la maternità e i congedi parentali di chi accoglie un bimbo in affido o in adozione, bonus per le famiglie numerose. Novità sul fronte degli affitti per inquilini a basso reddito e per i giovani under 30 che vogliono lasciare la casa di mamma e papà per andare a vivere da soli. Detrazione aggiuntiva fino a un massimo di 200 euro per l’abitazione principale, che non si applica per ville, case di lusso e castelli. Arrivano fondi per gli ammortizzatori sociali, una stretta sulle auto blu che non potranno superare i 1.600 centimetri cubici di cilindrata. Negli uffici pubblici si parlerà al telefono tramite Internet e le lettere saranno sempre più sostituite dalle e-mail. Arriva un nuovo regime fiscale per i contribuenti minimi, mentre per le imprese taglio dell’Ires dal 33 al 27,5% e alleggerimento dell’Irap con un allargamento della base imponibile delle imprese accompagnato dalla riduzione generalizzata dell’aliquota dal 4,25 al 3,9 per cento. Previste anche agevolazioni per piccole imprese e microimprese che operano in quartieri degradati delle città.Tutto il resto è polemica politica che non entra nel merito della questione. ∞ps. Come spesso accadde l’analisi migliore è venuta dal Sole 24 Ore. Leggi: l‘Abc della Finanziaria, e il commento comma per comma.  

Lascia un commento

Archiviato in Economia, Finanziaria, Governo, Politica, Prodi

Thyssen, la promessa impossibile di Prodi

Alla fince ce l’ha fatta pure Romano Prodi. Il premier, accompagnato dalla moglie, ha partecipato ai funerali di Rosario Rodinò, 26 anni, la sesta vittima della tragedia della ThyssenKrupp. Durante le esequie, celebrate dal cardinale Severino Poletto nella parrocchia Regina della Pace, nella zona nord di Torino, il padre di Rodinò, ha chiesto singhiozzando al capo del nostro governo: “Presidente Prodi, mi prometta che cose così non capiteranno mai più. Guariniello deve andare fino in fondo”. E con lui molti altri operari. Prodi ha risposto a bassa voce: “Prometto, prometto”.

Prodi è una persona seria, un capo di Governo rispettabile, ma una promessa come questa sa molto bene di non porterla rispettare. A meno che non si voglia chiudere una percentuale a due cifre di italiche fabbriche.

Lascia un commento

Archiviato in Cronaca, Economia, Governo, Politica, Prodi, Salute

GdF, qualche domanda Speciale

Il generale Roberto Speciale

Ho letto che il generale Roberto Speciale era stato rimosso da comandante generale della Guardia di Finanza e non ne ero rimasto stupito.
Ho letto che lo stesso ufficiale avrebbe usato l’areo di Stato per sé, famiglia e codazzo e anche questa volta non mi ero stupito.
Ho letto che il Tar del Lazio ha accolto il suo ricorso ed ha annullato il decreto della sua rimozione e ne sono rimasto stupito.
Dopo anni, mi ronzano ancora in testa le domande che mi facevo – da cronista di giudiziaria – a cavallo del Secondo Millennio sul generale Speciale, allora comandante in Lombardia.

Nell’ordine:

1. Era vero che una parte della procura di Milano aveva messo, a malincuore, di indagare con la GdF e in particolare i pm titolari delle inchieste su Silvio Berlusconi?

2. Era vero che una parte dei finanzieri non riferiva al suo comando lo stato di avanzamente di talune inchieste?

3. Perché ci furono fughe di notizie e imbeccate sempre verso lo stesso giornalista e lo stesso Giornale?

4. Perché una serie di ufficiali furono trasferiti senza colpo ferire? Nessun quotidiano o media si occupò della vicenda…

5. Perché in quegli anni la Gdf rallentò le indagini sull’evasione fiscale?

6. Perché un generale accusato di aver usato l’aereo di Stato (e non solo quello) a scopi personali ha ancora l’ardire di chiedere il reintegro a comandante della Guardia di Finanza? In nessun Stato o esercito al mondo sarebbe tollerato questo e il principio della presunta innocenza – almeno per un militare – avrebbe ceduto il posto all’onore.

7. Perché Silvio Berlusconi e il Centrodestra lo difendono ancora?

8. Perché io mi chiedo queste cose e continuo a stupirmi?

Io spero che l’Unione rinsavisca e trovi ordine nella sua testa, scrivendo finalmente un atto inattaccabile e liberi la Guardia di Finanza da domande Speciale. ∞

Lascia un commento

Archiviato in Attualità, Banche, Centrodestra, Centrosinistra, Criminalità, Economia, Giornalismo, Media, Politica, Prodi

Il compagno in cashmere è tornato

Fausto “cashmere” Bertinotti Intervista di Repubblica a Fausto Bertinotti, il compagno in cashmere che pur di tenerle buono e non farlo parlare, Prodi e gli ha affidato la carica di presidente della Camera. Lui – che sulle spalle ha già la caduta di un governo Prodi – non riesce proprio a trattenersi: sabato prossimo c’è il primo meeting della Cosa Rossa e lui, da leader, deve marcare il campo. come? Sparando più alto di tutti. E ci riesce. Sentite: “Dobbiamo prenderne atto: questo centrosinistra ha fallito. La grande ambizione con la quale avevamo costruito l’Unione non si è realizzata…”. Alle cinque del pomeriggio – scrive il giornalista, Massimo Giannini -, nel suo ufficio a Montecitorio, Fausto Bertinotti sorseggia un caffè d’orzo, e traccia un bilancio amaro di questo primo anno e mezzo di governo… Mi chiedo – da elettore di centrosinistra – quale futuro può avere l’Unione fintanto imbarcherà  il rivoluzionario in cashmere ed i suoi accoliti. Giornata partita male. ∞

2 commenti

Archiviato in Attualità, Centrodestra, Centrosinistra, Cronaca, Economia, Giornalismo, Governo, Politica, Prodi

Benigni in Tv, le sue migliori battute

Roberto Benigni (foto Corriere.it) In rigoroso ordine alfabetico:

Berlusconi/1. “Questione di democrazia: per cinque anni me la sono presa con il governo, ora tocca un po’ all’opposizione”.

Berlusconi/2. “C’ha avuto cinque mogli, di cui due sue, farebbe meglio a fondare il partito del popolo dell’armadio, per quante volte ci si è nascosto dentro”.

Berlusconi/3. “Un anno e mezzo fa è nato il governo Prodi, Berlusconi per recuperare andava in tv a dire ‘chi vota a sinistra è un coglione’, ‘i froci son tutti di sinistra…”.

Berlusconi/4. “E’ ossessionato dal governo: ‘Cade, cade’, non ripete altro, sta impazzendo. Silvio, per la tua salute, ti devi riposare, prenditi una settimana in cui non fai un partito nuovo”.

Berlusconi/5. “A Veltroni proporrà una legge elettorale ‘alla Vaticana’, si elegge uno e finché campa ci sta solo lui”

Bondi. “Non lo toccherei nemmeno con una canna da pesca, falso come il bilancio di un’azienda di Berlusconi”.

Buttiglione. “Il sesso governa il mondo. Uno per parlarne dovrebbe possederlo. Buttiglione è un grande filosofo e parla sempre di omosessuali ma ha l’aria di uno che non ha neanche il pisello. Per carità, può darsi ne abbia due. Rocco e i suoi piselli”.

D’Alema/1. “L’hanno candidato alla presidenza della Camera e ha detto che per il bene delle istituzioni faceva un passo indietro. Poi alla presidenza della Repubblica e per il bene delle istituzioni ha fatto un passo indietro. L’avevo invitato qui, poi gli ho detto che avevo dato il suo posto a Veltroni e mi ha detto che per il bene della diretta faceva un passo indietro…”.

D’Alema/2. “Per me D’Alema è come Berlusconi per Emilio Fede”.

Mastella.
“Diceva sempre: o faccio il ministro o niente, ho faccio il ministro o niente. Ve lo ricordate, vero? Bene, è riuscito a fare tutte e due le cose…”.

Mele (Cosimo e la squillo con la cocaina). “E ti credo, dopo quindici giorni rinchiuso con Giovanardi, Cesa e Buttiglione…”.

Prodi/1. “Ha vinto le elezioni con uno scarto di 25 mila voti, 25 mila coglioni, tutti omosessuali”.

Prodi/2. “Prima andava a messa una volta a settimana, ma ora ha fatto mettere una cappella a Palazzo Chigi per pregare per la buona salute dei senatori a vita”.

Savoia: “Mandate sms da 1 euro per una famiglia piemontese indigente, vissuta all’estero perché senza permesso di soggiorno. Si chiamano Savoia, hanno nomi altisonanti ma sono poveri: sono in 4 ma con 3 ville, hanno due yacht ma non possono comprare i due modelli nuovi usciti. Hanno chiesto 260 milioni per le spese, non vogliono di più. Il bello è che ora vuole i rimborsi anche il Granduca di Toscana, ma in fiorini d’oro e pure i Borboni vogliono soldi. Organizziamo un Telethon per risollevare il trono, si chiamerà Telethron”.

Sesso/1.
“Sulla durata del rapporto sessuale, la media dell’italiano è risultata di tre minuti, mi son detto ‘sarà compresa la doccia’”.

Sesso/2. “Si parla troppo di sesso. Ad esempio, l’allungamento del pene, alla fine ce l’attorciglieremo come un distributore di benzina”.

Sesso/3. “Nel ’68, durante la proiezione di un film erotico, il quale però non faceva vedere nulla ma annunciava sempre il sesso, un tizio dal fondo della sala esclamò: ‘Troppa trama…'”.

Sircana (portavoce di Prodi). “Pubblicare quelle foto è stato scandaloso, ci credo che si è sentito male, roba da andare in trance”.

Storace.
“E’ un grande filologo, ha ripristinato il vero saluto romano: ‘mortacci tua, te ceco l’occhì’”.

Tremaglia. “In An non lo salutano più da quando gli italiani all’estero hanno votato a sinistra”.

2 commenti

Archiviato in Attualità, Centrodestra, Centrosinistra, Costume, Cronaca, cultura, Governo, Politica, Prodi, Rai, Televisione

La situazione di Celentano è ottima

Adriano Celentano Il Molleggiato è tornato e la tv ringrazia. Adriano Celentano si concede una sola volta, su Rai1 e per poco più di un’ora e mezza, con uno spettacolo dal titolo vagamente francescano, “La situazione di mia sorella non è buona”. Lo stesso dell’album uscito in questi gironi. Dove per sorella si può intendere la terra. E ne ha di cose da dire Celentano nel suo show a due anni dal Rockpolitik: ad incominciare dai politici per passare agli ultrà e per arrivare alla gente, il “popolo” – come solo lui riesce ancora a chiamare le persone – il vero riferimento del cantante italiano più discusso di tutti i tempi.

La scelta di Celentano è questa volta più intimista: sono spariti gli studio allestiti a piazza per uno studio allestito quasi per ospitare i suoi amici, le persone che lui invita a supporto delle sue idee. Sì perché Celentano piace alla gente non solo per quello che dice ma per come lo dice. Parla di politici ed ecco che ne esce un’immagine diretta, senza giri di parole o imbellettature tipiche della televisione italiana e dei presentatori di professione.

L’istrionico Fabio Fazio, serve a Celentano per lanciare il tema più difficile, ovvero il rischio del nucleare, radiazioni e polveri sottili. Lui non dimentica nessuno – Casini, Berlusconi, D’Alema, la destra e sinistra – tutti pronti oggi a sostenere “che oggi le centrali nucleari sarebbero più sicure, ma – avverte il Molleggiato – il pericolo sono le scorie nucleari, che non si sa dove metterle. Per smaltirle ci vogliono 25 mila anni. Chi vi assicura che la sicurezza delle centrali nucleari non intacchi anche le falde acquifere?”. Come dire, facile annunciare oggi un mondo più sicuro e pulito, quando impegni il futuro così a lungo. In televisione invita a “investire nella ricerca, cercare quel traguardo che sembra irraggiungibile, ma che secondo me prima o poi ci si arriva, della fusione fredda senza scorie”. Ed è qui che Celentano accelera, quando dice quello che tutti intuiscono e pochi hanno la sapienza di dirlo con parole giuste: “I politici dicono che vogliono migliorare la qualità della vita, sono certo che la migliorano, ma per quanto tempo? Loro giocano su questo, sul tempo. I politici hanno fretta, non possono aspettare sennò perdono i voti “. Un esempio? “Prodi, forse è sulla strada giusta, fa promesse che si possono attuare ma il popolo non gradisce. Preferisce vivere meno”.

La politica, ancora la politica. “In campagna elettorale – taglia corto Celentano – si affannano ad annunciare le cose buone per il Paese, ed ecco la lista dei ‘dolci avvelenati’. Quindi le città sarebbero più illuminate, ci sarebbero più grattacieli, perché qualche deficiente identifica il benessere dall’altezza dei grattacieli, a partire dai Comuni che sono i mandanti di architetti kamikaze che distruggono ogni cosa. Il debito pubblico diminuirebbe perché faremmo a meno di comprare l’energia dalla Francia e dalla Germania. Quindi il cittadino verrebbe ingannato da una illuminazione al di fuori della propria vita mentre dentro di lui aumenterebbe il buio del cancro”. A questo punto, per Celentano, serve “guardarsi negli occhi con lo sguardo di chi non ha paura di mettere in discussione i progetti della Moratti e tutto ciò che è contro la natura. Se non lo farai non sarai un ‘ultra’ e il tuo partito invecchierà quando meno te lo aspetti”. Ritorna l’idea popolare di Celentano: “Il politico, quello vero, che dovrebbe fare della politica una missione, dovrebbe evitargli i pericoli per migliorare la qualità della vita. Non fa niente se le città sono meno illuminate”.

Celentano pesca nell’attualità e non dimentica due protagonisti delle recenti cronache politiche, citando Clemente Mastella e Silvio Berlusconi. Il primo dovrebbe capire “di aver sbagliato a togliere l’indagine a quel magistrato che sta indagando su di te e lo rimetti al suo posto”; il secondo dovrebbe capire che “se qualcuno crea un nuovo partito, io l’applaudo, è bellissimo. Però Silvio, se vuoi veramente voltare pagina devi fare una rivoluzione dentro di te. Dare un segnale concreto che non sei più quello di ieri”.

Un omaggio vero lo rende a Milena Gabanelli che al telefono si interroga sul motivi per cui i quotidiani non diano il dovuto risalto ai casi sollevati dal suo Report, trasmissione di Rai3: “Se all’Isola dei famosi c’è uno che va a casa o litiga con un altro, gli danno spazio”.

Un calcio alla politica e un calcio al pallone. E Celentano torna in goal, quando non dimentica la violenza negli stadi. Agli Ultrà chiede di fare la rivoluzione, rinunciando alla violenza: “Basta andare negli stadi con spranghe e bastoni a colpire la polizia. Cambiate il vostro simbolo, togliete l’accento e diventate ‘ultra’, seppellite gli oggetti di violenza che caratterizzano la vostra identità. Deve partire da voi l’input primitivo. Dal fango nasce il fiore più bello. Se lo farete, costringerete il potere a piegarsi agli ideali di amore, uguaglianza, bellezza”.

E poi c’è la musica, tanta musica con gli amici di sempre e che ritornano nell’ultimo album, Mogol e Gianni Bella, e quelli nuovi, come Carmen Consoli e Ludovico Einaudi (pure loro cooptati nell’ultima fatica). Non manca l’ironia di Antonio Cornacchione, Laura Chiatti, Max Pisu. E nemmeno quando canta, Celentano riesce ad essere leggero: mentre ritornano le note scorrono le immagini della repressione in Birmania e di Aung San Suu Kyi.

La Rai ci ha regalato una serata di vera televisione. E’ incredibile come la stessa televisione pubblica riesca ad allontanarci con i suoi “Porta a porta”, i suoi intrighi di palazzo malato ed a riavvicinarci ad essa con la stessa velocità. ∞

1 Commento

Archiviato in Attualità, Centrodestra, Centrosinistra, Costume, cultura, Musica, Prodi, Rai, Televisione, Video

Il Dalai Lama val bene una commessa a Pechino

Il Dalai Lama Chi tocca il Dalai Lama muore. O, se volete, chi stringe la mano alla guida spirituale dei tibetani perde il portafoglio. Negli ultimi tempi la posizione della Cina nei confronti dell’esule più famoso al mondo si è fatta via via più intransigente. Ne sanno qualcosa le imprese americane e tedesche che, a causa degli incontri ufficiali con il Dalai Lama promossi dai rispettivi governi, hanno perso commesse milionarie in Cina.

Sono in molti oggi a farsi dei problemi per incontrare il Dalai Lama, ma la prospettiva di far arrabbiare il governo cinese non sembra scoraggiare altri. Ad esempio, il leader radicale Marco Pannella che chiede al governo italiano e al suo leader, Romano Prodi, di incontrare ufficialmente il Dalai Lama. Oppure il Piemonte che ha deciso di insignire del titolo di cittadino onorario di Torino. Un’iniziativa quest’ultima che è riuscita a mettere d’accordo, una volta tanto, Alleanza Nazionale e Rifondazione comunista all’ombra della Mole. «Adesso la mia unica preoccupazione è che non ci siano ripercussioni per le aziende piemontesi», ha commentato Davide Gariglio, presidente del Consiglio regionale dopo aver confermato le iniziative organizzate il 16 dicembre per accogliere il Dalai Lama a Torino.

Il governo cinese ha già fatto sapere al ministero degli Affari Esteri le «perplessità» e il «disappunto» per queste iniziative giudicate «inopportune» e per tutta risposta Pechino ha deciso di annullare la vista del ministro degli Esteri in Italia prevista a dicembre. La ritorsione sembra non fermare l’iniziativa di 65 deputati che hanno chiesto di accogliere in aula il Dalai Lama e di farlo parlare davanti al Parlamento, con l’accoglienza del presidente della Camera, Fausto Bertinotti.

In passato era già successo, dal Trentino all’Umbria, tutti nel nome della Pace e del rispetto dei diritti umani. In Lombardia, invece, proprio per evitare incidenti diplomatici hanno sì accolto il Dalai Lama, dirottandolo su Cologno Monzese e non sul Pirellone. Business is business. Forse. ∞

1 Commento

Archiviato in America, Attualità, Cronaca, Europa, Governo, Mondo, Prodi, religione

Partito democratico, ecco il simbolo

Il simbolo del Partito Democratico    Dopo un’estate di travaglio, il Partito Democratico è nato ed ora può contare su un nuovo simbolo: un Pd disegnato con il tricolore. Politica e Patria, dunque. Non male, almeno graficamente. Rimaniamo in attesa del nuovo simbolo, per la verità anche del nome, del nuovo partito di Silvio Berlusconi, che l’altro giorno ha mandato in soffitta Forza Italia. Quello improvvisato da Silvio, stretto tra la folla e pressato dalla furia della raccolta delle firme, ovvero Partito del Popolo delle Libertà è davvero brutto.  Intanto vediamo di capire quello che accadrà a sinistra e a destra, dove i maldipancia rischiano di degenerare in ulcere.

Niente male come periodo politico: nuovi partiti, nuovi simboli, nuove alleanze e nuove equilibri. A non cambiare però sono le facce dei politici. Mah…

Lascia un commento

Archiviato in Attualità, Centrodestra, Centrosinistra, Cronaca, Governo, Politica, Prodi

Savoia, famiglia poco reale e molto venale

I Savoia Ci mancavano solo i Savoia a lamentarsi del trattamento dello Stato italiano tanto da chiedere, euro più euro meno, 260 milioni di risarcimento. Per la precisione sono 170 milioni gli euro richiesti da Vittorio Emanuele, mentre il figlio Emanuele Filiberto si accontenta – si fa per dire – di soli 90 milioni . Più interessi, naturalmente. Sfollati da una vita, i reali reclamano anche una casa e chiedono alla Repubblica Italiana la restituzione dei beni confiscati. Per la verità Vittorio Emanuele una casa con le sbarre alle finestre aveva rischiato di trovarla (e gratis per una vita) quando sparò, uccidendolo, ad un turista tedesco in Corsica.

Vivendo in una società mediatica, i catodici Savoia hanno scelto Ballarò, trasmissione un po’ comunista di Rai3, per annunciare ai sudditi la loro richiesta. Quella formale è arrivata circa 20 giorni fa con una lettera spedita (raccomandata con ricevuta di ritorno) al primo inquilino del Quirinale e massima carica dello Stato, il presidente Giorgio Napolitano e, tanto per non sbagliarsi, anche all’attuale inquilino di Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Romano Prodi. Chissà se Prodi, tra una votazione e l’altra, tra emendamenti e spallate al Senato e Parlamento avrà trovato il tempo per scartabellare le sette pagine vergate dai legali della Reale Casa Savoia , Calvetti e Murgia.

Il reale espatriato Emanuele Filiberto spiega alle telecamere di Ballarò in una mirabile intervista che i danni morali sono dovuti alla violazione dei diritti fondamentali dell’uomo stabiliti dalla Convenzione Europea per i 54 anni di esilio dei Savoia sanciti dalla Costituzione Italiana. Per tutta risposta, il segretario generale della presidenza del consiglio Carlo Malinconico manda a dire che il Governo non solo non ritiene di dover pagare nulla ai Savoia ma che pensa di chiedere a sua volta i danni all’ex famiglia reale per le responsabilità legate alle tristi vicende storiche. Che l’uscita della dinastia più sgangherata d’Europa sia quantomeno infelice, lo testimonia la dichiarazione di un fedelissimo della Casa Sabauda, Sergio Boschiero, segretario nazionale dell’Unione Monarchica Italiana: “L’avocazione allo Stato dei beni del re fu la prima grande rapina dopo la caduta della monarchia, ma non mi sembra il momento opportuno per rivendicazioni”. Dentro al mondo sotto naftalina di nostalgici e monarchici il dibattito è destinato a crescere, se non altro perché il portavoce di Casa Savoia, Filippo Bruno di Tornaforte ricorda precedenti illustri: “E’ il caso della Grecia, che ha dovuto pagare un cospicuo risarcimento a re Costantino e alla sua famiglia per l’ingiusto esilio”. Lo stesso Tornaforte (un cognome, un destino e una profezia, ndr.) si affretta, nell’improbabile quanto estemporaneo tentativo di lifting mediatico degli eredi Savoia, a precisare che i proventi dell’eventuale vittoria processuale andrebbero a una neonata “Fondazione Emanuele Filiberto di Savoia” e destinate “in opere di beneficenza e di sostegno alle fasce sociali più disagiate”.

Voi vi fidereste di Vittorio Emanuele? Io no. Chissà cosa ne farebbe di tutti quei soldi, se non ha perso i vizietti immortalati nelle intercettazioni telefoniche che lo portarono, questa volta per davvero, nelle patrie, repubblicane e quindi volgari carceri italiane. L’Italia è davvero un paese bizzarro ma stavolta – io lo spero – qualche italiano potrebbe incazzarsi per davvero, costringendo i regnanti ad un altro mezzo secolo di esilio. E chissà che un’onda di sana incazzatura popolare – tanto forte quanto quella che nel 2003 li riaccolse in Patria – riservi loro, alla prossima visita ai sudditi, non bandierine con lo stemma sabaudo ma ceste colme di genuini italici ortaggi da lanciare con gioiosa forza all’indirizzo dei regnanti in mora. Indietro Savoia! ∞

1 Commento

Archiviato in Estero, Europa, Governo, Politica, Prodi, Rai, Storia

Genova G8, una verità in ostaggio

Forze dell’ordine schierateBlack block in azione a Genova L’ennesima scazzottata politica nell’Unione (ormai più di nome che di fatto) fa saltare la commissione di inchiesta sui fatti del G8 di Genova nel 2001. Contro la proposta della maggioranza hanno votato Mastella e Di Pietro con il relativi rappresentanti dei gruppuscoli Udeur e Idv. Assenti i socialisti. E così il voto alla Commissione affari costituzionali della Camera è finito in parità, 22 a 22: risultato sufficiente a negare al relatore il mandato di riferire favorevolmente in aula sull’istituzione della commissione d’inchiesta, proposta per accertare eventuali responsabilità istituzionali nei fatti di Genova. In altre parole, la commissione avrebbe dovuto fare luce sulla gestione dell’ordine pubblico durante il G8 del luglio 2001. Orbene, mi pare che la cronaca di quei giorni abbia regalato alla storia alcuni fatti incontrovertibili: la morte di un ragazzo, le devastazioni compiute da gruppi di pseudomanifestanti (meglio chiamarli delinquenti) e le brutalità da parte delle forze dell’ordine contro centinaia di dimostranti pacifici. Si vuole fare luce sulle responsabilità? Bene, la si faccia fino in fondo senza fini politici. Personalmente credo che chi ha fasciato vetrine, bruciato macchine e devastato una città debba andare in galera e risarcire i danni fino all’ultimo euro, così come chi ha ordinato con piglio fascista le cariche contro centinaia di persone pacifiche (famiglie, associazioni cattoliche e laiche, e cittadini perbene) o l’assalto notturno al manganello nelle due scuole/dormitorio debba essere cacciato dalle forze di polizia e andare pure lui nelle patrie galere. Da sei anni assistiamo al disonesto balletto della politica italiana che tenta di utilizzare le commissioni d’inchiesta per una verità a metà, di parte: una certa sinistra pro piazza, la destra pro polizia. Il tutto per difendere il proprio bacino elettorale. E’ questa l’immaturità culturale dell’Italia: un paese che da oltre 60 anni e altrettante commissioni d’inchiesta non ha mai saputo ne voluto arrivare alla verità. Dalle stragi al G8 di Genova, dalla mafia agli scandali economici. W l’Italia. ∞

Lascia un commento

Archiviato in Attualità, Centrodestra, Centrosinistra, Cronaca, Governo, Politica, Prodi

Finanziaria pensioni, l’Abc del Sole

Il sito del Sole 24 Ore

Segnalo questa cartina tornasole sulla Finanziaria 2008 e il dossier sulla Pensioni 2008 pubblicati dal sito del Sole 24 Ore. ∞

1 Commento

Archiviato in Attualità, Economia, Finanziaria, Governo, Politica, Prodi

Centrosinistra, prove di sfascio

Prodi, panettone a rischio Registro solo dei fatti. L’Unione ha presentato contro la Finanziaria più emendamenti dell’opposizione.  Il ministro Mastella, ora indagato, annuncia per la 23 volta il ricorso alle urne e ripete per la 14 volta che la maggioranza non c’è più. La sinistra radicale scende in piazza contro il modello attuale di welfare e contro il precariato, materie di cui si sta occupando il Governo in questi mesi: “Non è una manifestazione contro Prodi ma i ministri stiano a casa”, chiosano senza convinzione gli organizzatori. Berlusconi offre un posto garantito a transfughi e insoddisfatti del Pd, silura la sua delfina di Bolzano che tanto dispiaceva alla Svp, nella speranza che i voti del drappello di schuetzen sposti la conta in suo favore al senato. Fisichella dichiara di ritenersi libero dal patto con il Centrosinistra. Dini dice che deciderà la Finanziaria di volta in volta. Veltroni, neosegretario Pd telefona a Prodi per garantire sostegno al Governo e scongiurare l’emorragia… Secondo me, quest’anno non mangiamo il panettone. ∞

Lascia un commento

Archiviato in Attualità, Centrodestra, Centrosinistra, Governo, Politica, Prodi