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Brambilla alla prova tv

Michela Brambilla è il nuovo sottosegretario al turismo. La sua carriera arriva da lontano, come ci ricordano i gialappi’s. La rossa del Pdl era inviata del programma “I misteri della notte”: minigonna, gambe fasciate dala calze nere, occhiali scuri e guanti di pizzo. Nel video visitava i locali notturni di Barcellona, tra disco, moto, topless e balli sadomaso. ∞

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Berlusconi e un governo molto azzurro

Il quarto governo Berlusconi è targato Forza Italia. Il partito del premier Berlusconi porta a casa otto incarichi tra i ministri con portafoglio mentre gli altri quattro sono distribuiti tra An e Lega. E gli azzurri si assicurano anche quattro dei nove ministri senza portafoglio: i restanti vanno due alla Lega, due per An e uno per Gianfranco Rotondi (Dc). La composizione dell’esecutivo fa capire come il Centrodestra (ovvero Berlusconi) ha letto la vittoria elettorale, proclamando i vincitori (Forza Italia, seguita da An).

La squadra di governo su cui l’Italia conta di ricominciare la legislatura è dunque la seguente: Franco Frattini (Fi) agli Esteri, Roberto Maroni (Lega Nord) all’Interno, Angelino Alfano (Fi) alla Giustizia; Ignazio La Russa (An) alla Difesa; Giulio Tremonti (Fi) all’Economia; Claudio Scajola (Fi) allo Sviluppo economico; Luca Zaia (Lega) alle Politiche agricole, Stefania Prestigiacomo (Fi) all’Ambiente, Altero Matteoli (An) all’Infrastrutture; Maurizio Sacconi (Fi) al Welfare, Maria Stella Gelmini (Fi) alla Pubblica Istruzione, Sandro Bondi (Fi) ai Beni Culturali.

I 9 ministri senza portafoglio, che accontenta gli esclusi e bilancia gli equilibri interni, si apre con Umberto Bossi (Lega) alle Riforme; Raffaele Fitto (Fi) ai Rapporti con le Regioni e Elio Vito (Fi), che perde la Giustizia ma va ai Rapporti con il Parlamento, Andrea Ronchi (An) alle Politiche europee; Renato Brunetta (Fi) alla Pubblica amministrazione e Innovazione; Roberto Calderoli (Lega) alla Semplificazione; Giorgia Meloni (An) alle Politiche giovanili; Mara Carfagna (Fi) alle Pari Opportunità; Gianfranco Rotondi (Dc), che strappa il ministero dell’Attuazione del programma.

La lista degli esclusi eccellenti comprende con Michela Brambilla (bruciata dalla Prestigiacomo ma che sarà, come ha assicurato Berlusconi il viceministro della Sanità), Lucio Stanca (sorpassato da Brunetta) e Adriana Poli Bortone che doveva andare alla Politiche comunitarie.

Buon lavoro al Governo, più giovane del precedente e forte di una maggioranza vera. ∞

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Grillo e i giornalisti, un paio di firme le farei…

Da giornalista sul V2-Day di Beppe Grillo a sostegno dei tre referendum per l’abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria, per l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti e della legge Gasparri: un paio di firme le metterei pure io. ∞

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Elezioni 2008, Michela ce l’ha fatta

Numero tre della lista Pdl in Emilia Romagna per la Camera, Michela Vittoria Brambilla, fondatrice del Circolo delle Libertà, ce l’ha fatta ad entrare in Parlamento. A lei era stato riservato un posto in lista blindato, considerato che i primi due  erano tali Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. In ogni caso, per la Brambilla, la preferita di Silvio, è un risultato positivo, dopo la guerra interna a Forza Italia da parte di chi la voleva (e la vuole) ai margini. ∞

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Schede elettorali, pasticcio all’italiana

Se Bossi sbraita e minaccia di imbracciare i fucili, sono in molti a chiedersi, con altri toni, se davvero le schede elettorali, che useremo domenica prossima per scegliere la prossima coalizione di governo, siano davvero corrette, così come le attuali regole elettorali.

Attenzione a non commettere errori che potrebbero portare all’annullamento del vostro voto. Ecco come votare. (La fotosequenza è stata tratta da Repubblica.it)

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Bossi e le schede galeotte

Nessuno ne sentiva la mancanza ma , a pochi giorni dal voto e con il risultato elettorale ancora incerto, Umberto Bossi è tornato a fare – a modo suo – la voce grossan durante un comizio a Verbania. Questa volta l’Umberto se la prende con le schede elettorali che, a suo dire, indurrebbero in errore l’elettore: “Per fermare queste schede porcheria potremo prendere i fucili”, ha tuonato.

Ebbene Bossi dimentica due aspetti: 1. Le schede sono state stampate con i criteri decisi a suo tempo proprio dai suoi quando erano al governo; 2. La legge elettorale, altro incubatore di instabilità politica, è stata voluta proprio dalla Lega e porta la firma di Calderoli per imperdire – a pochi mesi dal precedente voto e come poi è successo – al Centro sinistra di governare. Come oggi Bossi, anche Calderoli usò lo stesso termine per una legge elettorale truffa: “porcata”.

Per una volta, Bossi faccia quello che minaccia: prenda i fucili e metta in campo la sua reale forza. Vedremo come va a finire. Almeno risolveremo una volta per tutte questa anomalia politica. In nessun altro paese democratico al mondo sarebbe permesso ad un leader politico (?) di esprimersi in questi toni e che dal palchetto umido della Padania passarebbe direttamente ad una cella, altrettanto umida, delle patrie galere. Lui che parla di secessione, di rivolta fiscale e, per l’ennesima volta, di guerra civile. Lui che “manda a dire a dire al presidente della Repubblica…” ed altri bla bla bla. Che pena, che schifo. ∞

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Berlusconi, dove è la Brambilla?

Berlusconi con Brambilla Silvio Berlusconi ha presentato il programma del Popolo della libertà nell’auditorium di via della Conciliazione. Ha fatto aspettare tutti mezz’ora, compreso Gianfranco Fini che non è apparso entusiasta dell’attesa. In platea c’era tutti proprio tutti ad ascoltare il favorito alla prossima carica di premier. Con un’unica eccezione: Michela Brambilla. La “rossa” dei Circoli della Libertà – si mormora – fa l’offesa perché è rimasta con soli tre seggi. Qualcuno dentro il partito tira un sospiro di sollievo. ∞

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Berlusconi, il programma “nucleare” del Pdl

Berlusconi ha presentato il suo programma elettorale circondato dai “suoi” ragazzi

Il Cavalier Silvio Berlusconi ha presentato il programma elettorale del Pdl.

Energia. Subito le centrali nucleari, recita uno dei punti. Mah…

Fisco. Via l’Ici, portare la pressione fiscale al di sotto del 40 per cento (adesso è al 44). Si può fare di più…

Giovani. Aiuti per la casa per i giovani. Magari…

Famiglie. Bonus per i figli e scuola per tutti. Il problema è arrivare a fine mese…

Stato. Liberalizzazione dei servizi sociali, più sicurezza. Parliamo anche di gestione della cosa pubblica…

Economia. Aumentare il potere di acquisto dei salari, rilanciare l’economia, “coccolare gli imprenditori”. E “vero” libero mercato…

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Rifiuti, un processo a Bassolino

Antonio Bassolino con il sindaco Rosa Russo Jervolino La politica sommersa dai rifiuti

Lo scandalo rifiuti avrà un suo primo processo. Il presidente della giunta regionale della Campania, Antonio Bassolino, e con lui altri 27 imputati, è stato rinviato a giudizio per le presunte irregolarità nel ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania fino al dicembre 2005, quando fu rescisso il contratto con la Fibe, azienda Impregilo che se ne occupava dal 1998.. A vario titoli, le persone dovranno rispondere di vari reati: dalla frode in pubbliche forniture, alla truffa ai danni dello Stato, abuso di ufficio, falso e reati ambientali.

L’avvocato di parte civile della Regione Campania, Giuseppe Vitiello, e il curatore speciale, Roberto Fiore, hanno presentato una istanza di 200 pagine per richiedere anche il congelamento dei beni personali dei 28 imputati, compresi conti correnti, libretti bancari e titoli azionari o pignoramenti del quinto dello stipendio, qualora fossero rinviati a giudizio.

Tra gli imputati rinviati a giudizio figurano l’ex vicecommissario all’emergenza rifiuti Raffaele Vanoli, l’ex subcommissario Giulio Facchi, Pier Giorgio Romiti e Paolo Romiti, rispettivamente ex amministratore delegato dell’Impregilo e ex dirigente dell’Impregilo e della Fisia Italimpianti. Al processo compariranno anche le “persone giuridiche” ovvero le società Impregilo, Fibe, Fisia Italia Impianti, Fibe Campania e Gestione Napoli, rinviate a giudizio per illecito amministrativo.
Il processo comincerà il 14 maggio, davanti alla quinta sezione (collegio C) del Tribunale di Napoli.

Bassolino dovrebbe rispondere anche politicamente – con le dimissioni – di un disastro ambientale e amministrativo causato dal fallimento del sistema di raccolta dei rifiuti in Campania. E con lui anche l’attuale sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino. Il sistema – di fatto – è in mano alla criminalità organizzata. Ed è per questo che la maggior parte delle responsabilità vanno ascritte a sindaci, amministratori e funzionari pubblici della Campania i quali – collusi con la camorra – hanno contribuito a consolidare e diffondere il cancro dei rifiuti.

Stupisce – ad esempio – che in nessuna delle Regioni del Sud Italia non ci sia un inceneritore (ora lo chiamano, per “pulirlo”, termovalorizzatore) e che la raccolta differenziata non sia ancora regola in molte aree d’Italia, Stato che ha nel turismo una delle principali voci di entrate e che dovrebbe fare della tutela ambientale una regola generale.

La responsabilità non è solo politica ma anche culturale, come più volte ha sottolineato anche Michele Serra: in Italia la sensibilità ambientale è ancora molto scarsa. Abbandonare i rifiuti in spiaggia o al bordo delle strada, disfarsi degli elettrodomestici o altri ingombri semplicemente abbandonandoli dove capita è ancora oggi una prassi. E a Napoli le immondizie tengono in ostaggio una città. ∞

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De Gregorio indagato per corruzione

Il senatore Sergio De Gregorio Il senatore Sergio De Gregorio (ex Italia dei Valori di Antonio Di Pietro poi passato nel gruppo Italiani nel mondo) risulta iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma per il reato di corruzione. Il procedimento è stato avviato dopo l’arrivo nella Capitale del fascicolo inviato da Napoli sul presunto accordo tra il leader del movimento degli italiani nel mondo e il leader del Pdl, Silvio Berlusconi.

A guardarlo in foto mi viene da cantare la canzone di Paole Conte: “Con quella faccia un po’ così…”. Già, una faccia perfetta per la politica italiano, nonostante De Gregori sia stato eletto in un collegio all’estero. Ma come ha fatto Di Pietro a candidarlo? e Come fa Berlusconi a tirarlo per la giacchetta e a portarlo di là..? Mistero. ∞

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Fuori dal partito tutti gli inquisiti. O quasi.

L’onorevole Sandro Bondi “Forza Italia non intende ricandidare chi ha procedimenti penali in corso”. Lo afferma oggi il coordinatore nazionale Sandro Bondi.

L’annuncio provoca un dubbio o, meglio, una constatazione: in un ogni paese civile questa scelta è scontata e non serve nemmeno annunciarla. A riportarci alla “normalità” italiana ci pensa però lo stesso Bondi: “Tutti saranno esclusi ad eccezione di quelli che, come sappiamo, hanno un’origine di carattere politico… Un partito come il nostro che – conclude Bondi – dalla sua nascita ha sempre potuto vantare un’assoluta onestá da parte di tutti i suoi rappresentanti».

W l’Italia. ∞

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Grazie Aida

Aida Yespica Scrive il Corriere che Aida Yespica ha messo a tacere le voci circolate nelle ultime ore e alimentate dal quotidiano Libero di una sua possibile candidatura col Popolo delle Libertà: «No, non mi piace l’idea di entrare nel Parlamento italiano. E neanche con Berlusconi». Grazie Aida, anche a nome di chi – malgrado e nonostante tutto – crede ancora nella politica. ∞

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Smessa la divisa, Speciale abbraccia la politica…

 Roberto Speciale

“Finalmente sono in pensione. Ora sto accarezzando dei progetti che valuterò in seguito, ma ammetto di essere attratto dalla politica”. Escluso dall’esercito e dalla Guardia di Finanza per uso improprio dell’aereo di servizio (e non solo), Roberto Speciale guarda alla politica e strizza l’occhio ai partiti (di centrodestra). Credo proprio che si troverà bene. Anzi benissimo, l’ambiente non gli è sconosciuto, tutt’altro, e poi solo in Italia la politica non risponde ai cittadini. ∞

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GdF, qualche domanda Speciale

Il generale Roberto Speciale

Ho letto che il generale Roberto Speciale era stato rimosso da comandante generale della Guardia di Finanza e non ne ero rimasto stupito.
Ho letto che lo stesso ufficiale avrebbe usato l’areo di Stato per sé, famiglia e codazzo e anche questa volta non mi ero stupito.
Ho letto che il Tar del Lazio ha accolto il suo ricorso ed ha annullato il decreto della sua rimozione e ne sono rimasto stupito.
Dopo anni, mi ronzano ancora in testa le domande che mi facevo – da cronista di giudiziaria – a cavallo del Secondo Millennio sul generale Speciale, allora comandante in Lombardia.

Nell’ordine:

1. Era vero che una parte della procura di Milano aveva messo, a malincuore, di indagare con la GdF e in particolare i pm titolari delle inchieste su Silvio Berlusconi?

2. Era vero che una parte dei finanzieri non riferiva al suo comando lo stato di avanzamente di talune inchieste?

3. Perché ci furono fughe di notizie e imbeccate sempre verso lo stesso giornalista e lo stesso Giornale?

4. Perché una serie di ufficiali furono trasferiti senza colpo ferire? Nessun quotidiano o media si occupò della vicenda…

5. Perché in quegli anni la Gdf rallentò le indagini sull’evasione fiscale?

6. Perché un generale accusato di aver usato l’aereo di Stato (e non solo quello) a scopi personali ha ancora l’ardire di chiedere il reintegro a comandante della Guardia di Finanza? In nessun Stato o esercito al mondo sarebbe tollerato questo e il principio della presunta innocenza – almeno per un militare – avrebbe ceduto il posto all’onore.

7. Perché Silvio Berlusconi e il Centrodestra lo difendono ancora?

8. Perché io mi chiedo queste cose e continuo a stupirmi?

Io spero che l’Unione rinsavisca e trovi ordine nella sua testa, scrivendo finalmente un atto inattaccabile e liberi la Guardia di Finanza da domande Speciale. ∞

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Rai: Saccà si autosospende, la politica no

Agostino Saccà, autosospeso L‘inchiesta dei magistrati napoletani su tv e mercato dei voti, rivelata da Repubblica, costa il posto al direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà. In mattinata lo aveva scaricato il presidente della televisione di Stato, Petruccioli: “Non può restare al suo posto”. Ieri, Saccà aveva denunciato l’accanimento nei suoi confronti ,dovuto – a suo dire – per la dichiarata appartenenza a Forza Italia. Mentre il Cavaliere la butta subito in politica (“Vogliono sabotare il dialogo”), il presidente Napolitano esorta ad abbassare i toni (“Rispetto tra magistratura e politica”). Credo che, al di là dell’esito dell’inchiesta di cui non dispongo di documenti di prima mano, ritorni il problema di sempre: l’ingerenza dei partiti politici dentro la Rai. Fuori i partiti dalla Rai perché stanno facendo da sempre male all’azienda e arrecano ai noi, loro primi editori grazie al canone, un danno. Dentro quell’azienda – come in molte altre realtà italiana – non vale la meritocrazia o la professionalità, bensì l’appartenenza ai partiti che vedono, decidono e dispongono per loro. Non è democrazia. ∞

ps. Nel frattempo, la procura ha fatto perquisire la casa di Beppe D’Avanzo, autore dello scoop. Complimenti a D’Avanzo.

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