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Arriva la nostra rivincita

Ho sempre pensato che internet non fosse e non dovesse essere solo ad appannaggio dei digital native. Saranno loro a guidare la rete (e lo stanno già facendo) ma la capacità di di inclusione sarà strategica per la diffusione completa della rete e dei suoi servizi.

E lo dico perché tra qualche anno, quelli della mia età, saranno considerati a tutti gli effetti degli anziani. Anziani per il lavoro ma non per la pensione che non vedremo mai.

http://ow.ly/4x19x

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iTunes Store, lo spettacolo inizia

Da qualche ora sul sito americano di iTune Store è possibile pellicole delle principali major cinematografiche per la distribuzione di film di primissima visione (relativamente al mercato home video, e quindi con qualche mese di ritardo rispetto all’uscita nelle sale) in contemporanea con la loro pubblicazione in dvd. Pellicole come come «Juno», «American Gangster» o «Io sono leggenda» sono disponibili al prezzo di 14 dollari e 99 centesimi: solo cinque dollari in più rispetto ai film del catalogo di iTunes, che comprende film anche recenti ma non nuovissimi e circa la metà rispetto al prezzo di vendita dei normali dvd.

L’iniziativa di Apple che mira al monopolio dei film, dopo quello della musica, è di offrire ai propri utenti un’offerta in grado di concorrere con i big del noleggio: Blockbuster o Netflix. ù

Nel negozio virtuale della società della mela morsicata, sarà possibile scegliere tra i film distribuiti da Warner, 20th Century Fox, Walt Disney, Paramount, Universal, Sony Pictures Entertainment, Lionsgate, Image Entertainment e First Look.

Buona visione. ∞

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Una festa blog (e non solo) in Riva al Lago

A metà settembre Riva del Garda ospita BlogFest 2008: tre giorni di incontri, barcamp e… sano divertimento. Non male, sarà la volta buona che andiamo a presentare qualcosa: social network in Trentino? Probabile. Ci stiamo lavorando da due anni con Ket ed altri amici. Tra questi anche Gnuband. ∞

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I blogger lontani dai… blog

Facce da blogger Scrive Michele un post su una questione che da tempo stiamo dibattendo: ovvero quanto siano distanti dalla blogsfera e dai suoi fermenti alcuni tra i blog leader italiani. In particolare, Michele se la prende con i twitter che consenteno ai blogger di comunicare il loro quotidiano. Dice – tentando io di riassumerlo – il post: cosa importa a me, lettore, di sapere se tu stai andando al concerto o stai cucinando i biscotti o se ti prepari per la prossima conferenza? Poco o nulla, anzi alla lunga mi infastidisce perché fuori c’è un mondo diverso che merita di essere spiegato e raccontato.

Michele ha ragione. Da tempo noto tra i blogger, alcuni dei quali ritenevo essere tra i migliori e che ancora oggi segnalo sul mio blog, la tentazione malcelata di promuovere se stessi e le loro attività professionali, guarda a caso legate alla blogsfera, agli sponsor più o meno ricchi, e – soprattutto – a celebrare il loro piccolo, virtuale cenacolo, quasi fossero loro i tenutari del verbo. Non discuto la conoscenza e la professionalità di molti di loro, ma proprio perché preparati mi aspetto da loro sapere non tanto che sono andati in crociera grazie allo sponsor o che tengono i corsi (pseudo-universitari) o che girano di conference in conference. Da loro mi aspetto che contribuiscano in maniera forte e continuativa – da veri leader – alla diffusione di un nuovo modello di informazione, non più verticale (affidata agli editori tradizionali) ma orizzontale, fatta dagli utenti. Tutto il resto è, se va bene, fuffa o, peggio, un’autopromozione ai fini di lucro o narcisismo.

Resto convinto che il web 2.0 sia la risposta democratica della net-community alla nuova stagione della conoscenza e dell’informazione ma troppo spesso rimango deluso dai contenuti che ritrovo nella blogsfera. A partire proprio dai leader. A loro, pionieri e – perché no – professionisti (o quasi) della blogsfera chiedo ancora di più. Ed è per questo motivo che soffro sempre più la tendenza, in molti di loro, all’autocelebrazione, all’autocitazione, nel tentativo di conservare e rafforzare una sorta di cenacolo degli eletti. Io credo che il web abbia bisogno della loro intelligenza, così come quella di molte migliaia di persone che quotidianamente aprono il proprio blog.

Certo, nessuno mi costringe a leggerli o a continuare a mantenere la loro iscrizione nel mio aggregatore. Il problema è che io ogni mattina accendo il mio computer e, per prima cosa, apro il mio solido aggregatore, nella speranza di apprendere, leggere qualcosa che mi spinga ancora più in là nella ricerca e che almeno per quel giorno plachi la mia sete di conoscenza. Ecco perché a me – così come a Michele e, penso, a molti altri – delude una reiterata sufficienza autoreferenziale. Ma stiano tranquilli LorSignori, continueremo a leggerli. Almeno per ora. ∞

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Search Wikia, la forza della trasparenza

Il logo di Search Wikia Riprendo a scrivere su Carta Straccia e riparto da Search Wikia, il nuovo motore di ricerca per la Rete che ha esordito il 7 gennaio scorso. E’ un’idea di Jimmy “Jimbo” Wales, fondatore di Wikipedia, a cui è slegato, e forse rappresenta la più concreta ed ambiziosa risposta allo strapotere di Google.

Search Wikia colpisce uno dei punti deboli del blob-monster di Mountain view, ovvero la privacy e dell’uso non sempre trasparente che Google fa dei dati lasciati dai suoi visitatori. Il mondo wikipediano e non solo è convinto che gli algoritmi di selezione – ovvero i meccanismi automatici o, meglio, i criteri con cui vengono individuati i contenuti riferiti alla parola chiave data dall’utente -, per quanto efficaci, non siano adeguati e, peggio, studiati per “ingannare” o pilotare gli utenti.

“Search Wikia” – lo annuncia lo stesso Wales – sarà aperta ai contributi degli utenti, i quali potranno collaborare e definire la pertinenza di un risultato rispetto a un altro. Tanto da influire anche sul cosiddetto “Page Rank” che ha fatto di Google il numero uno – ovvero il tasso di popolarità di una pagina web raggiunta in base alla quantità e alla qualità di link che conducono a quella pagina – e che in Search Wikia verrà per l’appunto “perfezionato” dall’esperienza degli utenti.

Search Wikia si doterà di tecnologie avanzate, tutte rigorosamente open source. E’ il caso del progetto Grub, sviluppato dal motore di ricerca Looksmart e qualche mese fa acquisito dalla stessa Wikia Inc. O come i progetti “Nutch” e “Lucene”, sviluppati dalla nota fondazione Apache, autrice dell’omonimo software, il più diffuso web server al mondo.

“Noi abbiamo bisogno di creare un nuovo motore di ricerca, che si applica sull’intelligenza umana per fare quello che gli algoritmi sono incapaci di fare”, rilancia Walles.

Il nuovo motore poggia in definitiva sulla filosofia che ha fatto di Wikipedia la prima risorsa web mondiale, e che si riassume in quattro punti: trasparenza (saranno pubblici gli algoritmi utilizzati), partecipazione (gli utenti potranno contribuire al perfezionamento del motore di ricerca), qualità (sarà migliorata l’accuratezza dei risultati offerti), e la privacy (nessun dato identificativo dei navigatori verrà archiviato o trasmesso).

Il successo di Search Wikia dipenderà molto dalla comunità web e da quanto la stessa – sempre pronta a criticare Google – sarà disponibile a costruire pezzo per pezzo il nuovo motore di ricerca. Con wikipedia tu costruisci qualcosa che ti coinvolge e che ti motiva, con Search Wikia è tutto diverso perché l’utente passa dalla sfera dell’interesse personale (informa la comunità su un aspetto o una voce che mi sta a cuore) ad un’opzione di ricerca che attivi in condizioni utilitaristiche: cerco qualcosa e lo voglio in fretta.

Gli scettici non mancano ma Google non ha perso tempo ed ha risposto con “Knol” (da “knowledge”, ovvero conoscenza in inglese), un servizio che permetterà a chiunque di scrivere un articolo su un determinato argomento e di pubblicarlo online. Proprio come già sta facendo da ben sette anni Wikipedia. ∞

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Addio a Netscape

 Netscpe chiude

Dal primo febbraio prossimo, Netscape sarà abbandonato al suo destino di sicura estinzione dalla società che lo possedeva, America On Line. La notizia è stata riportata negli scorsi giorni da Repubblica, con una corrispondenza di Vittorio Zucconi dagli Stati Uniti. ∞

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2007, Internet cresce in un’Italia sempre più 2.0

Internet si espande in Italia Copio e incollo il post di Federico Cella, dal blog “Vita digitale” ospitato su Corriere.it, che presenta i dati di Nielsen Online sui trend della navigazione in Rete in Italia. Si parte con il dato annuale circa la crescita di utenti Internet in Italia: i navigatori italiani – da casa o dall’ufficio – sono cresciuti del 23%, passando da 20 a24,5 milioni.Le pagine viste nell’anno crescono da 1.300 a 1.600 circa, con un aumento di 4 ore del tempo speso online: da 18 a 22 ore all’anno per ogni cybercittadino. Quasi l’80% degli italiani connessi utilizza la banda larga. Tra chi naviga, sono sempre prevalenti gli uomini (58%), ma le donne italiane online crescono a un ritmo più sostenuto (c’è un “distacco” da recuperare): +28% rispetto al +19% di crescita tra gli uomini. Crescono considerevolmente gli utenti appartenenti alle fasce d’età 12-17 (quasi 2 milioni, +24% rispetto al 2006) e 35-49 (8,3 milioni, +52% rispetto al 2006).Tra le categorie di siti che rilevano i rialzi più significativi rispetto al 2006 da segnalare le communities (14,3 milioni di utenti, +46%), trainate soprattutto da Windows Live Spaces, Libero Community, Alice Community, MySpace e Facebook, i siti di news (12,5 milioni di utenti, +56%) con La Repubblica, Il Corriere della Sera, MSN News, Ansa e Mediaset News, i tool di ricerca e traduzione (10,2 milioni di utenti, +65%), trainati da Wikipedia, Yahoo! Answers, WordReference e Altavista Babel Fish, i siti di video (10 milioni di utenti, +96%), trainati soprattutto da YouTube, ma anche da Alice Video, Google Video e Libero Video, i siti di mappe e informazioni di viaggio (9,5 milioni di utenti, +69%) con Google Maps, ViaMichelin, Paesionline, Google Earth e Mappy, i siti di broadcasting (8,2 milioni di utenti, +68%), con Mediaset, Rai, Sky, La Repubblica Tv e Corriere TV e per finire i siti per la ricerca immobiliare (1.9 milioni, più che raddoppiati rispetto al 2006). Per quanto riguarda la diffusione dell’e-commerce, l’Italia continua a presentare ritardi rispetto agli altri paesi europei: a settembre 2007 gli acquirenti online sono stati 1,6 milioni, pari al 7% dei navigatori attivi.Dopo tutte queste cifre, il rapporto focalizza sull’utilizzo del Web 2.0: dai blog ai video, sono 13,6 i milioni di italiani catturati dalla “Rete autoprodotta” dagli utenti, ossia il 61% del totale dei navigatori. I frequentatori di blog sono 6,4 milioni. “In soli sei mesi – da gennaio a giugno del 2007 – la nostra analisi sui siti di Web 2.0 ha rilevato 2 milioni di visitatori in più. Questo dato conferma che il desiderio di condividere esperienze ed emozioni non è un fenomeno estemporaneo ma risulta invece essere sempre più radicato tra gli internauti”, ci dice a margine del rapporto Ombretta Capodaglio, marketing manager di Nielsen. “Ponendo infatti l’attenzione su alcuni dei casi più noti del Web 2.0, emerge come l’interesse verso nuove forme di socialità sia un fenomeno tutt’oggi in crescita, che registra incrementi di utenza molto sostenuti: Wikipedia raccoglie 8,4 milioni di utenti, con una crescita del 59% nell’anno, YouTube con oltre 7 milioni e Myspace con 2,6 milioni di utenti hanno più che triplicato l’audience nell’ultimo anno”. Gli utenti del Web 2.0 inoltre hanno un consumo più intenso della Rete: passano infatti online il 40% di tempo in più rispetto al totale internauti italiani, in virtù non tanto di sessioni di navigazione più lunghe, ma di una maggior frequenza di accesso alla rete (57 sessioni al mese contro le 41 della media italiana). ∞

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Blog, la rivoluzione non russa e compie 10 anni

Jorn Barger Sono trascorsi dieci anni, dal 17 dicembre 1997 quando Jorn Barger coniò la parola “weblog”, poi modificato nel linguaggio quotidiano nel termine “blog”. Da quel giorno il fenomeno è via via cresciuto in maniera virale fino ad arrivare con le cifre da capogiro dei giorni nostri: 175 mila ne nascono ogni giorno per un totale di oltre 113 milioni a dicembre 2007 e con una produzione di 1,6 milioni di post (o articoli, se volete) ogni giorno. Secondo Technorati.com, il sito di riferimento per i blogger, i diari on the net parlano principalmente giapponese (37%), inglese (36%), cinese (8%), e, sorpresa l’italiano (3%), a pari merito con lo spagnolo. Nonostante i dubbi dei professionisti dell’informazione, i blog sono una realtà dell’informazione, soprattutto quella orizzontale, perché informano, denunciano, scoprono e diffondono un sapere collettivo. E come tutti i riti collettivi con i suoi picchi verso l’alto e verso il basso. Il monopolio di un’info verticale, controllata da editori e professionisti, è rotto e nulla sarà più come prima. Il tutto in soli dieci anni. ∞

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Tiscali e la IpTv da 50 mila abbonati

 Mario Marianitiscali-rai.jpeg

Mario Mariani, amministratore delegato di Tiscali Italia, prevede 50 mila clienti sulla IpTv di Tiscali entro il 2009. Auguri. Buon 2008. ∞

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Web Trend Map 2007

Lo schema è quello delle metropolitane giapponese, Tokyo in particolare. Web Trend Map 2007 rende molto bene l’idea dei flussi che hanno caratterizzato il Web nel 2007. Ogni linea di percorrenza ha un colore, seguite quella e troverete i siti di maggiore importanza. Ad esempio, lungo la linea della Tecnologia troverete siti di tecnologia, se si segue la linea Notizie troverete siti di notizie.Web Trend Map 2007

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Sarkozy e la rivolta del web

Il presidente francese Sarkozy Dopo le banlieue anche il web è in rivolta contro Sarkozy. Il nuovo inquilino dell’Eliseo è il promotore dell’accordo fra provider, major musica e film e amministrazioni pubbliche che intende contrastare il fenomeno del p2p. Il “grande fratello” francese vigilerà sulla e nella rete per scovare i (milioni) di utenti che scaricano musica e video dalla rete senza pagare i diritti alle case di produzione: prima si passa all’avviso e poi, in caso di recidività, al taglio della connessione. Più le eventuali multe e la creazione di una “black list” dei cattivi. “E’ un momento decisivo per un Internet civilizzato”, enfatizza Sarkozy. Suvvia, presidente, Internet è molto più civile della politica. I problemi della rete sono altri. ∞

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Mr “Lunga Coda” e l’appuntamento mancato

Chris Anderson Ho cercato in tutti i modi di andare a Milano per assistere alla conferenza di Chris Anderson, autore di “Long Tail”, ma non ce l’ho fatta. Gli organizzatori, molto cortesi e solleciti, mi hanno avvertito via email che i posti riservati erano solo 15 ed era già tutto “sold out”. Nessuna polemica, per carità, ma la prossima volta cerchiamo di evitare di organizzare un incontro con un personaggio tanto noto quanto atteso dal pubblico, in una sala buona a mala pena per le convention aziendali di un hotel di Milano. ∞

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Telecomitalia.com prima in Europa

Il logo di Telecom Italia Il sito Telecomitalia.com si è classificato 1° in Europa e 1° in Italia secondo lo studio H&H Webranking 2007 Europe. Si tratta della più importante ricerca annuale svolta in Europa sulla qualità della comunicazione finanziaria ed istituzionale on-line. La ricerca ha preso in considerazione le 158 società a maggiore capitalizzazione a livello europeo tra le quali si trovano sette società italiane (UniCredit, Eni, Banca Intesa, Fiat, Generali, Benetton, Autogrill, snam Parmalat, Edison, Enel, Lottomatica e Luxottica). I risultati sono stati pubblicati anche nella sezione Companies&Markets di Financial Times. La cerimonia della quarta edizione dei H&H Webranking Awards si terrà nel pomeriggio di lunedì 26 novembre presso la sala Buzzati del Corriere della Sera. ∞

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Mr. “Lunga Coda” a Milano

Chris AndersonLa teoria della Lunga Coda Mercoledì, 14 novembre 2007, cancellate tutti gli impegni del tardo pomeriggio. A Milano, presso l’Hotel Four Seasons, dalle 17.15 alle 19.45, è in programma l’incontro con Chris Anderson, autore del libro “The long Tail” (la lunga coda), teoria destinata a segnare il futuro di qualsiasi studio o ricerca su Internet e la grande Rete. Inoltre, Anderson è direttore di Wired, rivista considerata la “bibbia della generazione digitale”: definizioni che non mi piace molto, ma che rende bene il senso. Ad introdurre il tema della serata “Why the Future of Business is Selling Less of More” (Come e perchè la somma dei mercati di nicchia potrà superare il volume dei prodotti di massa), sarà Giampaolo Fabris, altro personaggio che val sempre la pena di ascoltare: docente universitario (è stato il mio professore di Tecnica e teoria della comunicazione di massa all’Università di Trento) e ottimo professionista sempre nel campo della comunicazione. Per prenotarsi clicccate qui. ∞

Ps: se non trovo posto, quel giorno mi offro come cameriere in prova all’Hotel Four Seasons..

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Cecélia e l’autorevolezza dei “blogossip”

Nicolas e Cecélia Sarkozy In Francia, la notizia della settimana – la crisi, destinata a sfociare in divorzio della coppia presidenziale Cécilia e Nicolas Sarkozy – arriva da Internet e blog. E’ infatti il tam tam della Rete ad essere citato come fonte autorevole dai media tradizionali francesi, agenzie e giornali, con la sola eccezioni di Le Monde. Il “no comment” dell’Eliseo non contribuisce a smorzare le indiscrezioni. Anzi. La crisi coniugale di Cécilia Sarkozy è un caso seguito in più paesi. Per l’opinione pubblica francese e internazionale, la separazione della coppia presidenziale è ormai un dato di fatto e l’annuncio è dato per imminente. E già si descrive la coppia come se tutto fosse ormai avvenuto: lei in week end di esilio a Ginevra (Svizzera), lui sulla tolda della nave a Parigi. Avrei sperato che alla Rete e ai blog fosse riconosciuta autorevolezza su altre questioni e argomenti. In ogni caso, meglio il Gossip che nulla. ∞

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