Archivi del mese: settembre 2007

The Boss is back

Bruce Springsteen Bruce Springsteen ritorna con un album nuovo di zecca, Magic. Bello, bello da morire, come molti degli album di questo rocker che negli anni ha scritto alcune tra le migliori canzoni della musica rock. Sono un suo fan. Springsteen è il mio cantante preferito. Sono felice che sia tornato con la E Street Band, dopo la lunga parentesi folk (che non mi ha convinto molto). Sto ascoltando l’album mentre scrivo questo post. L’ho già scaricato da Internet, ma lunedì vado a comprarlo in negozio.

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Referundum in silenzio

refrendum-trentino.jpeg Oggi in Trentino si vota. Il referendum per l’abrogazione dei finanziamenti pubblici alle scuole private apre i seggi agli elettori. E’ la tornata elettorale passata più in silenzio e meno nota di tutti i tempi. Ieri, giorno di vigilia, il giornale più diffuso in Trentino, l’Adige, non riportava in prima pagina alcuna notizia. Della Stampa invece l’articolo più bello. Molti partiti hanno invitato a non andare al seggio: cattivo consiglio della politica che all’occorrenza ci ricorda il diritto/dovere del voto, salvo poi invitare tutti, per convenienza ad andare al voto. Cattivo consiglio. Io, da laico, ci andrò. Sì, andrò a votare.

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Birmania, il grido di un popolo

birmania-monaci.jpeg In Birmania, dal 1989 Myanmar, la speranza di libertà ha il volto dei monaci buddisti che in migliaia hanno sfidato il regime militare e sfilato per le vie delle città. La repressione è già iniziata e l’Onu è di fatto bloccato dai veti di Cina e Russia. Quali interessi possono soffocare il grido di libertà di un popolo? Nessuno.

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Bossi (s)lega la demagogia

bossi.jpeg Il Senatur Bossi annuncia al Parlamento padano che milioni di italiani – pardon, leghisti – sono pronti al sacrificio di una guerra di liberazione. Che gli italiani siano pronti all’ennesimo sacrificio, almeno gli onesti, non c’erano proprio dubbi. Ma che siano pronti alla nuova guerra di liberazione, quando in pochi  parteciparono a quella del ’45, sembra davvero improbabile. La politca sollecita ancora il ventre molle del populismo e gioca con lo scontento. Ma davvero Bossi crede nella guerra di liberazione?  Ci provi una volta per tutte, almeno così passeremo dalle chiacchere e dal populismo ai fatti e non costringerà Berlusconi a minimizzare le sue dichiarazioni per il bene degli italiani. Una cosa non ho mai capito: dove sta e cosa fa ‘sto parlamento padano?

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Finanziaria, maggioranza ritrovata?

governo-prodi.jpg Dopo le promesse di barricate o le minacce a sbatter le porte, la maggioranza di governo annuncia la ritrovata unità. Il Tesoretto andrà alle famiglie con redditi più bassi, le tasse non aumenteranno e i tagli di bilancio riguarderanno solo alcuni settori. Tutto bene e tutti d’accordo? Almeno così giurano all’interno del governo. Sarà, ma se l’accordo era a portata di mano, non era il caso di evitare l’ennesima levata di scudi pubblica e, per una volta, discutere le questioni all’interno della coalizione, lasciando perdere i proclami pseudoelettorali? Secondo me non è finita.

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Mutui casa, istruzioni per l’uso

newspaper_web.jpg La lunga stagione di rialzi per i tassi dei mutui è appena iniziata. Cosa resta da fare ad un risparmiatore se il suo mutuo a tasso variabile supera il 6% a causa dello “spread” (la percentuale che le banche aggiungono all’Euribor e che rappresenta il loro guadagno)? Continuare a pagare rate sempre più alte, incrociando le dita? O verificare l’ipotesi di un nuovo mutuo, magari uno a tasso variabile con spread più basso o un tasso fisso? Grazie alla legge Bersani è possibile rinegoziare il mutuo: per i contratti precedenti al febbraio scorso, la penale è l’1,90% per il tasso fisso e lo 0,50% per il variabile, mentre nulla è dovuto per ultimi 24 mesi di vita del mutuo. In questo momento è conveniente passare al tasso fisso. Lo dicono i dati: in un anno l’Euribor a tre mesi è cresciuto di oltre un punto, dal 3,56% al 4,75%, mentre l’Irs (ossia il tasso per i prestiti a lungo termine) è passato dal 4,12% al 4,69%. Tradotti i numeri in una frase: indebitarsi oggi a vent’anni a tasso variabile è più caro che farlo a tasso fisso. Non convengono nemmeno i mutui a rata fissa, perché il piano di rimborso dei mutui, infatti, prevede che le rate iniziali siano composte in misura più consistente di interessi rispetto al rimborso del capitale, con la conseguenza che se la rata resta stabile ma il tasso aumenta, si restituiscono solo interessi e la quota di capitale si intacca in minima parte.
Nel caso si voglia mantenere il mutuo a tasso variabile è bene considerare le nuove offerte sul mercato che propongono spread molto più bassi rispetto a un anno fa. Uno spread sotto all’1% non è più una rarità ma quasi la norma e un mutuo a tasso variabile con uno spread ridotto può essere più conveniente del mutuo che si possiede. Andiamo in banca a rinegoziare il mutuo (o i mutui)…

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Il carrozzone in manovra a fari spenti

prodi.jpeg Ci risiamo. Ogni volta che il carrozzone manovrato dal prode Prodi tenta di togliersi dalla palude in cui sta lentamente sprofondando, gli occupanti si agitano e strillano. Stanotte è stata la volta – non sarà la prima, non sarà l’ultima – della Finanziaria, con l’ennesimo “vertice chiarificatore” con quella che chiamano “sinistra radicale” e il resto dell’Alleanza titanica. Unico assente Mastella (l’Italia e gli italiani hanno passato una notte serena). Dilimberto e Rifondazione chiedono la revisione della Finanziaria e rilancia la solita “sfida tra noi e i poteri forti”. Padoa Schioppa – l’unico in quel governo a fare il mestiere per cui è stato chiamato e forse qualcuno, a destra e a sinistra, dovrebbe ammettere che il nostro bel Paese ha un bilancio da fallimento e il conto lo dobbiamo pagare – torna sotto scacco. Diliberto e gli altri leader forse dovrebbero capire che c’è un paese in stallo, grazie ad un governo (che io ho votato e) che in tre anni non ha fatto una legge perché in Senato non c’è una maggioranza. Questi dovrebbero capire che fuori c’è gente che non arriva a fine mese e che non ha soldi per pagare la casa. Questi non capiscono che al prossimo giro di giostra vinceranno “gli altri” e che il centro sinistra non governerà per anni. Questi non capiscono… e quindi via alla prossima manovra di un carrozzone a fari spenti nella notte…

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Alitalia, senza parole

Check-in Alitalia Aeroporto di Fiumicino, ore 21. Scena: una madre con una bimba di due anni, cinese, piange disperatamente davanti al bancone Alitalia. Non parla l’italiano, non legge la nostra lingua. Insomma, si ritrova al Terminal A (partenze voli nazionali) invece che al Terminal C (partenze internazionali). Chiede aiuto, disperata, perché l’aereo sta partendo, perché da sola non sa trovare la strada. Per tutta risposta, la hostess la invita in italiano a raggiungere il Terminal C. Il problema è che la madre non sa proprio dove si trovi. Passano i minuti e la disperazione cresce. La hostess non si muove. La fila al bancone cresce. In coda, invito la sportellista a chiamare un addetto dell’aeroporto per accompagnarla a destinazione. La risposta della sportellista? “Si faccia gli affari suoi”. Io protesto, protestano gli altri passeggeri ma la tipa ci ignora. Dal bancone Alitalia arriva un’altra notizia per la donna: “Deve acquistare un altro biglietto, il suo aereo è partito”. Il tutto in italiano. La donna non guarda e non capisce… Grazie Alitalia, grazie per la cortesia e la professionalità. Dimenticavo: io ero in fila per chiedere spiegazioni sul fatto che, per l’ennesima volta, il volo per Verona subiva ritardo. La risposta: “E’ solo un’ora…”. A ben pensarci ha ragione la sportellista, potevo rischiare di ricomparmi il biglietto. A quanto ammonta il deficit di Alitalia?

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La musica dà i numeri

 Cd’s store Il cd cala, l’online cresce. A confermarlo è il Rapporto 2007 sull’economia della musica del Centro Ask Bocconi, secondo cui il mercato della musica italiana è in leggera flessione: nel 2006 si è assestato sui 2,95 miliardi di euro, rispetto ai 3,1 del 2005 (-4,6%). E’ la discografia tradizionale a segnare la perdita maggiore (-18,1% rispetto al 2005), attestandosi su un fatturato di 607 milioni di euro, mentre la musica digitale cresce dell’1,5% arrivando superando la quota dei 100 milioni (108,95). Per la discografia e il vecchio (si fa per dire) il dato è ancor più negativo: -21% biennio 2004-2006 e, in prospettiva, il valore è destinato ancora ad aumentare, a favore degli store on-line (iTunes su tutti) che incontrano sempre più l’interesse degli appassionati. Flessibilità, comodità, innovazione, cambio di abitudini? Molti i motivi, che stanno cambiando nel profondo il mercato della musica. E presto il fenomeno coinvolgerà anche il mercato del video (film e dvd). Non a caso la major stanno litigando con i colossi del web sui termini della vendita on-line dei film. Da tempo gli esperti indicano negli spettacoli live il business del futuro per le star della musica: lunghe tournee, biglietti venduti a prezzi alti. Ha fatto (scuola e) discutere, Prince che recentemente, in occasione di un suo concerto, ha regalato al pubblico il suo ultimo cd. Discografici imbufaliti, ma manger radiosi: il prezzo del biglietto per lo show era di tre volte quello del cd… Un dato positivo per chiudere: arretra la vendita di suonerie.

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Ducati, un sogno di colore rosso

Il mondo sportivo ha dato alla “nazionale” il colore azzurro, ma a vincere nello sport dei motori è soprattutto il colore “rosso”. Ieri le Ferrari, oggi la Il mondo sportivo ha dato alla “nazionale” il colore azzurro, ma a vincere nello sport dei motori è soprattutto il colore “rosso”. Ieri le Ferrari, oggi la Ducati. Così dopo 33 anni, il campionato del mondo costruttori della massima cilindrata delle moto torna in Italia: L’ultima volta a vincere erano state le livree rosso (ma guarda un pò…) e grigie delle Mv Agusta. A rendere ancora più speciale la festa sono arrivati i titoli delle classi 250 e 150 dell’Aprilia, marca che ha danni sta tenendo dietro gli scarichi i colossi giapponesi. E come non ricordare che la vittoria della Ducati è stata bissata in Giappone, sulla pista di proprietà della Honda, da Loris Capirossi, alfiere che il prossimo anno cambierà casa, passando alla Suzuki, senza troppi rimpianti. Peccato per Valentino – che guarda ancor il caso cromatico fa di cognome Rossi – all’asciutto per il secondo anno consecutivo. Cosa sarebbe successo se al momento di lasciare l’Honda avesse non avesse scelto la Yamaha (e i suoi dollari), accento l’offerta della Ducati? Oggi saremo a celebrare un sogno, ma – si sà- nella vita i sogni quasi mai si avverano. E oggi ci godiamo Ducati e Casey “Rolling” Stoner, mentre il lambrusco scorre per una volta non a Maranello ma a Borgopanigale, quartiere rosso della città più rossa d’Italia.

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Liberate la Rai

Per capire quanto stia a cuore la Rai ai partiti, è sufficiente leggere le cronache parlamentari di queste ore. Il governo Prodi ha rischiato seriamente di cadere quando il Senato stava per discutere sulle nomine del consiglio di amministrazione della Rai. L’Unione è stata costretta a ritirare la parte della mozione Bordon-Manzione con la richiesta di congelare le nomine in attesa di un piano industriale sul rilancio dell’azienda. I partiti dentro la Rai ci stanno bene e intendono rimanerci. Chi non ci sta bene dentro la Rai è il pubblico, gli utenti, che da tempo chiedono un ente radiotelevisivo di Stato, libero da pressioni, ingerenze e interessi della politica, e in grado di operare in modo strategico sul mercato dell’informazione. Liberare la Rai dai partiti: questa legge dovrebbe votare il Governo italiano. Per il bene della Rai e degli italiani.

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Mutui casa, previsioni nere

ben-bernanke.jpeg Negli scorsi giorni avevo scritto su questo blog che la decisione della Federal Reserve di tagliare il costo del denaro, voluta per rilanciare le borse (con il denaro a minor costo, gli investimenti crescono), in realtà mascherava la prondità della crisi del mercato immobiliare americano, travolto dal collasso dagli Arm (i mutui a tasso variabile sugli acquisti delle prime case). Oggi, la conferma arriva dal presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke (nella foto), ovvero colui che ha deciso la misura a favore delle borse. Bernanke, sentito in audizione al Congresso Usa, ha dichiarato: “Le conseguenze della crisi dei mutui, in termini di perdite sui mercati finanziari mondiali, hanno superato anche le nostre previsioni più pessimistiche”. Bernanke ha aggiunto una previsione ancor più negativa: “Le insolvenze sui mutui sono destinate a crescere ancora”. Tradotto, significa che altri americani non riusciranno a pagare più a pagare il mutuo sulla prima abitazione e perderanno, con ogni probabilità, la casa. Cosa sta quindi avvenendo sui mercati internazionali? Dopo la crisi del mercato finanziario americano e i contraccolpi europei (il caso Northern Rock in Gran Bretagna), i risparmiatori non intendono più investire in operazioni meno trasparenti (e più redditizie). Ma se il “parco buoi” non immette benzina nel motore del mercato, le banche e gli operatori finanziari vanno in sofferenza. Insomma, chi ha mutui immobiliari a tasso variabile è destinato a vivere pericolosamente nei prossimi mesi. Anche in Italia.

Scheda: i Fed Funds, il tasso di sconto tra banche.

(ANSA) – ROMA, 17 AGO – Il tasso di sconto, tagliato oggi dalla Federal Reserve per attenuare il divario fra questo parametro ed i Fed Funds, rappresenta in sostanza il saggio al quale la banca centrale Usa concede prestiti al sistema bancario. Questo tasso, fino a poco tempo fa, aveva peraltro un’importanza più che altro simbolica, in quanto il riferimento era costituito appunto dai Fed Funds, vale a dire il tasso interbancario sul brevissimo termine. Il tasso di sconto ha però finito gradualmente con l’assumere un’importanza crescente, in quanto disciplina il saggio cui si applicano i prestiti di emergenza concessi dalla banca centrale al sistema bancario.
La decisione odierna di intervenire su questo tasso e non sui Fed Funds sembra quindi legata alle attuali condizioni di criticità dei mercati finanziari che evidenziano la necessità di finanziamento straordinario dall’istituto centrale alle banche.
(ANSA).

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Mastella, avanti c’è posto

mastella.jpg Forse sbaglio a dedicare questo spazio all’onorevole Mastella e al suo blog. Francamente non lo so, anche perché ognuno è libero di fare ciò che vuole: anche andare al Gran Premio di Monza con l’aereo di Stato o fare il prezzemolino in tv. I suoi elettori lo hanno giudicato e votato. Ma quando l’onorevole senatore mette la propria faccia dentro un blog, accettando volontariamente di aprire (con vantaggi e fastidi) un canale diretto con le persone, abbia almeno il buon gusto di abbassare i toni e utilizzare un linguaggio vicino al decoro. Come si fa – al di là delle opinioni personali – scrivere da senatore della Repubblica di Beppe Grillo come un “delinquente senza cuore“? Oppure, a chiedersi stizzito perché “tutti qui, tutte le sere, in duemila, a spiegarmi che cosa è un blog…“?

Duemila persone che Le dedicano del tempo, caro ministro, meritano più rispetto e più umiltà. Almeno sul Suo blog non le spari grosse. Non è in televisione o (ahimè) in Parlamento, lasci stare gli insulti della politica al teatrino della politica. E se in molti sentono il “bisogno di spiegare cosa è un blog”, forse un motivo ci sarà. Un blog è, appunto, un luogo di discussione e confronto civile, non una tribuna virtuale. Lasci perdere gli insulti (ricevuti e ricambiati). Lei è un uomo delle Istituzioni, al quale si chiede almeno rigore e decoro, oltre che sostanza. Da elettore, sul blog di un Ministro della Repubblica vorrei leggere idee e proposte, da tradursi in azioni concrete, per cambiare e rinnovare l’Italia. Oltre che il resoconto dell’attività svolta. Ma, sicuramente, mi sbaglio a pretendere ciò e a dedicarLe questo spazio.

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Auguri prof :-)

smiley.jpeg I suoi punti, le virgole e le parentesi, messi in sequenza, hanno cambiato il modo di comunicare di milioni di persone. Proprio 25 anni fa, un professore – Scott E. Fahlman, il suo nome – invitava colleghi e studenti della “Carnegie Mellon’s School of Computer Science a salutare burlescamente nei messaggi elettronici con 🙂 ovvero due punti, trattino, parentesi tonda. E’ nato così Smiley e tutta la famiglia degli Emoticon. I ragazzi di oggi usano questi simboli centinaia di volte al giorno, mentre la mia generazione arranca un po’ e si vergogna ad inflazionare i messaggi elettronici (email e sms) con le faccine in movimento. Ma da quel giorno, il 19 settembre 1982, la storia della grafia non è stata più la stessa. Grazie prof. Fahlman, anzi prof. Smiley. 🙂

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Cara dolce casa

casa.jpg L‘onda lunga, partita dagli Stati Uniti ad agosto, è arrivata in Europa, passando per la Germania, la Gran Bretagna e l’Italia. Lo scossone dato dagli Arm (i mutui a tasso variabile sugli acquisti delle prime case) all’economia negli Usa ha provocato l’effetto domino: banche americane ed europee in crisi di liquidità (Northern Rock), piccoli risparmiatori in allarme e febrillazione nel mondo finanziario. Ieri la Federal Reserve ha tagliato il costo del denaro: i tassi sui Fed Funds (i prestiti tra banche a breve termine) è passato dal 5,25 al 5 per cento e il tasso di sconto è sceso al 5,25 . La decisione, presa per rilanciare le borse, fa capire in realtà quanto sia profonda la crisi del mercato immobiliare americano. Un esempio: ad agosto i pignoramenti per le case americane è cresciuto del 115 per cento rispetto allo stesso periodo 2006. Circa 245 mila famiglie americane hanno perso la casa, andata all’asta o passata di proprietà ad una banca. E in Italia? La notizia è che i mutui casa stanno crescendo anche da noi: il nostro mutuo ci costa oggi il 5,62 di interessi contro il 3,25 per cento dell’ottobre 2005. In soldoni, su un mutuo di 100 mila euro noi paghiamo oggi 600 euro di interessi in più rispetto allo scorso anno. Alla fine, il conto qualcuno deve pur pagarlo…

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