Archivi del mese: aprile 2008

Padre Pio, il miracolo del business

Migliaia in conda a San Giovanni Rotondo per vedere una maschera di silicone dell’ennesimo santo, nato questa volta a Pietrelcina. Più li guardo e più mi convinco che dio non esiste, anche se – una volta tanto – il miracolo c’è stato per davvero. Economico. ∞

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Grillo e i giornalisti, un paio di firme le farei…

Da giornalista sul V2-Day di Beppe Grillo a sostegno dei tre referendum per l’abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria, per l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti e della legge Gasparri: un paio di firme le metterei pure io. ∞

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Addio Danny Federici, ci mancherai

The Phantom is gone. Good bye, dear Danny.

La E Street Band e il Boss piangono la scomparsa di Danny Federici. Il tastierista della band di Bruce Springsteen è morto giovedì sera al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York. Il musicista, 58 anni, era stato colpito da un melanoma tre anni fa, precisa il sito internet ufficiale di Springsteen che annuncia la morte dell’amico . In segno di lutto, il «Boss» ha annullato i concerti in programma nei prossimi giorni in Florida. Federici lo scorso anno aveva cominciato il Magic Tour con la E Street Band per i concerti negli States, ma poi non aveva partecipato al resto del tour in Europa e alla ripresa, nel marzo di quest’anno, dei concerti di Springsteen, sostituito da Charles Giordano. L’ultima apparizione con la E Street Band era stata a Indianapolis, alla Conseco Fieldhouse, il 20 marzo (nella foto), quando aveva fatto una breve ma appaluditissima apparizione. Federici era salito sul palco per eseguire con Springsteen e la band uno dei pezzi più rari nei concerti del Boss, ««4th Of July, Asbury Park (Sandy)», caratterizzata proprio dalla fisarmonica di Danny Federici.

Nato a Flemington, nel New Jersey, il 23 gennaio 1950, Daniel Paul «Danny» Federici, era soprannominato «The Phantom» ed era stato tra i fondatori della E Street Band. Assieme al sassofonista Clarence Clemons e al bassista Garry Tallent, Federici era il musicista della attuale E Street Band con maggiore anzianità di servizio accanto a Springsteen. Anzi, fu il primo, insieme a Vini Lopez (batterista della prima fase della carriera di Springsteen) a unirsi al Bruce nella sua avventura, con la band che si chiamava all’inizio Steel Mill, poi Dr. Zoom and the Sonic Boom e quindi diventata la E Street Band. Danny Federci aveva realizzato due album solisti ispirati a un genere soft jazz e collaborato a incisioni di artisti come Steve Van Zandt (chitarrista della E Street Band), Joan Armatrading, Graham Parker, Gary U.S. Bonds e Garland Jeffreys. Poche sentite parole del Boss sul sito web per l’addio: «Siamo amici da più di quarant’anni – ha commentato Springsteen – siamo cresciuti insieme… ed è stato un grande tastierista, uno dei pilastri del nostro sound. Gli ho voluto molto bene». Il Boss sul sito invita i fan a non inviare fiori ma, per chi vuole, a sostenere il Danny Federici Melanoma Fund.

Good bye, dear Danny. ∞

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Flock, un browser niente male

Si avvertiva la mancanza per un utente Mac (o Windows) di un nuovo browser, oltre ai noti Safari e Firefox? No, almeno questa era la risposta fino a qualche tempo fa, fino al momento in cui ho provato Flock.

Flock,è nato da Firefox ed è il browser per il Web 2.0. Chi ha un blog o passa ore ad aggiornare l’account di Facebook o a navigare i video su Youtube dove provarlo. Oltre alle classiche funzioni presenti in ogni browser, Flock sfrutta l’anima sociale del Web. Direttamente dal programma è possibile pubblicare messaggi su un blog, inviare foto su Flickr o interagire con i propri contatti di Facebook. Flock permette di cercare video su Youtube o foto da diversi siti di photo sharing direttamente dal suo interno utilizzando una Media bar visualizzata sotto le normali barre degli indirizzi. Il programma si integra in oltre 10 servizi del cosiddetto Web 2.0, compresi i noti e frequentati Twitter, My Space o LiveJournal. 

Davvero niente male. ∞

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Elezioni 2008, Michela ce l’ha fatta

Numero tre della lista Pdl in Emilia Romagna per la Camera, Michela Vittoria Brambilla, fondatrice del Circolo delle Libertà, ce l’ha fatta ad entrare in Parlamento. A lei era stato riservato un posto in lista blindato, considerato che i primi due  erano tali Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. In ogni caso, per la Brambilla, la preferita di Silvio, è un risultato positivo, dopo la guerra interna a Forza Italia da parte di chi la voleva (e la vuole) ai margini. ∞

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Orso, JJ3 ucciso in Svizzera

Il destino è davvero crudele. Ieri, 14 aprile 2008, mentre la madre veniva trasferita dal serraglio del santuario di San Romedio al recinto del Casteller (alle porte di Trento) dove trascorrerà all’ergastolo il resto dei suoi giorni, nelle stesse ore, in Svizzera, suo figlio JJ3 veniva ucciso dalle guardie federali svizzere perché ritenuto “troppo pericoloso”. Così, dopo il fratello JJ2 (noto come Bruno) ucciso in Baviera la scorsa estate, anche JJ3 è stato ammazzato per mano dell’uomo. Lo stesso uomo che – a nemmeno tre giorni di cammino, in Trentino – aveva portato i loro genitori Jurka e Jose (da qui l’acronimo, nemmeno molto fantasioso, JJ per i figli…) dalla lontana Slovenia per un tentativo di ripopolare il territorio di un animale storico delle Alpi, di fatto estinto. C’è da chiedersi, seriamente, se davvero ne valesse la pena di reintrodurre una specie che, appena varca i confini di una provincia (e gli orsi non conoscono le nostre carte geografiche), viene sistematicamente sterminata a colpi di pallettoni.
L’Orso JJ3 è stato ucciso – come riporta l’Ansa, riprendendo una nota dell’Ufficio federale dell’ambiente di Berna – ieri sera in Svizzera nella regione del Grigioni centrale perché era diventato un “pericolo” per le persone. Nelle scorse settimane – sempre secondo le autorità svizzere – “l’orso si è spinto sistematicamente fino ai centri abitati alla ricerca di cibo e non si è più lasciato intimorire malgrado le ripetute azioni di dissuasione diventando così un pericolo per la sicurezza delle persone. L’abbattimento è stato eseguito nel quadro della Strategia Orso Svizzera”, precisa un comunicato dell’Ufficio svizzero.
Le autorità svizzere barano sui termini per giustificare un gesto barbaro. E questo è un fatto grave. JJ3 non era un animale “pericoloso”, bensì “problematico”, perché si avvicinava troppo ai centri abitati, anche se mai aveva messo a repentino la vita delle persone. Gli svizzeri hanno deciso di risolvere a colpi di fucile un problema. Ne prendiamo atto, così come prendiamo atto che è più difficile accedere al territorio svizzero per un orso rispetto ad un evasore fiscale o a un riciclatore di denaro sporco, visto che da anni la Svizzerà è un paradiso fiscale. Ma questo non è un problema per le autorità svizzere, bensì è un affare. Un affare schifoso ma molto molto remunerativo per le banche e i forzieri del paese del cioccolato e del formaggio con i buchi. Gli svizzeri sono molto più solerti ad uccidere un orso che rispondere ad una rogatoria internazionale sui conti illeciti di qualche cittadino disonesto. Nessun avvocato si è mosso per JJ3: un orso non tiene il conto corrente in Svizzera.
Negli ultimi mesi, nel Cantone dei Grigioni è stata rilevata la presenza di due orsi: MJ4, che presenta un comportamento cosiddetto discreto e si aggira nella zona dell’Engadina – Val Monastero, e JJ3. Speriamo che MJ4 (j sta per Jurka…) se ne stia buono in qualche anfratto…
L’associazione ambientalista Pro Natura ha protestato contro l’abbattimento di JJ3: “Non vi erano segnali che l’orso fosse diventato aggressivo nei riguardi delle persone. E’ vero che non manifestava timore verso gli umani, ma non costituiva ancora un rischio”.
La verità è tanto semplice quanto triste: le autorità svizzere, al pari di quelle tedesche (e presumibilmente austriache) non vogliono orsi sul loro territorio. Sono contrari gli allevatori e i contadini, oltre ai cacciatori. Le lobby contano e non poco. Soprattutto se votano.
JJ3 aveva imparato dalla madre Jurka a rapportarsi con l’uomo che li aveva abituati, impunemente, a cibarsi nei pressi delle case (abusive) della val di Tovel. Come la madre, ora ergastolana per buona pace degli elettori trentini, quando non lo trovava pronto se ne serviva perché aveva imparato a trovare cibo vicino alle case degli umani. Quanto ai danni provocati, è noto che in Trentino, così come in Svizzera, Austria e Baviera, sono di molto superiori quelli provocati dagli ungulati (cervi e caprioli), ma l’orso desta allarme sociale e la pace sociale non ha prezzo. Soprattutto se riacquistata con pochi grammi di piombo.
Con questa uccisione – e non sarà l’ultima – si afferma con la forza un principio naturale: negare il diritto di esistere agli animali indesiderati e negare all’uomo un rapporto vero con la natura. In fondo, ai turisti, così come agli indigeni, piace molto di più il bosco e la montagna ridisegnati modello cartolina, proprio come i giardini di casa. A quando, gli gnomi di plastica, per la gioia degli amanti del kitch? ∞

ps. Quella che vedete è la foto di Jurka, libera, con JJ2 e JJ3. Di loro è l’unica cosa che ci rimane.

ps2. Sarà un caso ma il 14 aprile tutta Italia era occupata a conoscere l’esito delle elezioni politiche…

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Elezioni 2008, i silurati

Questa la lista dei silurati dalle elezioni 2008: Fausto Bertinotti, Oliviero Diliberto, Alfonso Pecoraro Scanio, Fabio Mussi, Ciriaco De Mita, Enrico Boselli, Franco Grillini,Daniela Santanchè, Francesco Storace, Teodoro Buontempo, Willer Bordon, Roberto Manzione, Francesco Caruso e Vladimir Luxuria. Senza dimenticare l’ingombrante Giuliano Ferrara. Fuori quota, Clemente Mastella.

Spiace per Enrico Boselli, leader e candidato-premier del Partito Socialista, e Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay.

Ce l’ha fatta, ancora una volta, il trasformista Lamberto Dini. E’ il vecchio che avanza. Nonostante tutto e tutti. ∞

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Il Tibet non è un problema interno

Hu Jintao, il primo ministro cinese, ribadisce che “il Tibet è un problema interno” e che i disordini sono stati organizzati dalla “cricca” del Dalai Lama. Si sbagli, il Tibet è un problema di diritti umani e civili, una questione politica e quindi riguarda tutti. La posizione cinese mi fa orrore. Mi auguro che la comunità internazionale continui a fare pressioni sul governo cinese, soprattutto in vista delle Olimpiadi 2008, su cui grava l’ipotesi di un boicottaggio della cerimonia di apertura. ∞

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Una festa blog (e non solo) in Riva al Lago

A metà settembre Riva del Garda ospita BlogFest 2008: tre giorni di incontri, barcamp e… sano divertimento. Non male, sarà la volta buona che andiamo a presentare qualcosa: social network in Trentino? Probabile. Ci stiamo lavorando da due anni con Ket ed altri amici. Tra questi anche Gnuband. ∞

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Politiche 2008, sinistra sconfitta

Berlusconi e il Centrodestra hanno vinto le elezioni politiche 2008. Bene la Lega al Nord, così così l’Udc di Casini, mentre il Centrosinistra si consola con il buon risultato del Partito Democratico. Il resto sono solo macerie: ad incominciare dalla Sinistra che, giustamente, è stata cancellata dalla rappresentanza parlamentare. Bertinotti lascia e noi lo salutiamo. Un parolaio in meno. Con Mastella che non si è nemmeno presentato al nastro di partenza della competizione elettorale. Non pervenuti Casini, Storace e gli altri. L’Italia cambia pagina. Sarà la volta buona? Mah… ∞

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Pechino 2008, la fiaccola si spegne a Parigi

Dopo le manifestazioni e gli scontri di ieri a Londra, la fiaccola olimpica è sbarcata ieri a Parigi: la protesta di attivisti per il Tibet e di Reporter senza frontiera hanno più volte bloccato il percorso, costretto gli organizzatori a stravolgere il programma e a fermare la sfilata prima del termine. Una necessità, oltre che una scelta, considerato che il sindaco Bernard Delanoe ha deciso di cancellare ogni cerimonia in onore della fiaccola cinese.

Le bandiere con i cinque cerchi olimpici trasformati in manette, simbolo della protesta attivata da Reporter senza frontiere, ha accompagnato con clamorose apparizioni il passaggio della torcia, sventolando sulla Torre Eiffel, sugli Champs Elysée, sul municipio di Parigi.

Il flop di una marcia trionfale ipotizzata (uno spot pro China lunga oltre 100 mila chilometri, tanto durerà la corsa ad ostacoli della fiaccola) è evidente nei numeri: ciascun tedoforo di turno era protetto a Parigi da un cordone ambulante lungo 200 metri e composto da 65 poliziotti in moto, 100 sui roller e altrettanti vigili del fuoco corridori.

Dopo Parigi, la fiaccola lascerà l’Europa per gli Stati Uniti: San Francisco, mercoledì, e Buenos Aires, venerdì. Nella città californiana, dove vive la terza comunità cinese del Nordamerica, le proteste sono già iniziate: oggi tre attivisti hanno scalato il Golden Gate (le immagini) e hanno appeso ai cavi di sostegno una bandiera del Tibet e due striscioni con su scritto: “One World, One Dream, Free Tibet” (un mondo, un sogno, Tibet libero).

La Cina ha condannato oggi le “vili azioni” dei manifestanti filotibetani di Londra. Da Repubblica.it: Per la prima volta il tg della notte della tv cinese ha brevemente accennato agli incidenti che hanno disturbato il passaggio della fiaccola olimpica, ieri a Londra e oggi a Parigi, nell’edizione delle 22 locali (le 16 italiane) del notiziario della principale rete della tv centrale, Cctv1. In precedenza, l’emittente ha mostrato immagini del passaggio della fiamma a Parigi, con una forte presenza di poliziotti e con l’inviato della Cctv che si rallegrava per “la calorosa accoglienza degli abitanti di Parigi, dei cinesi d’oltremare e degli studenti cinesi”.

Povera democrazia, povera informazione, povera China. ∞

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Rivolta in Tibet, una foto compromettente…

Scoop o falso buono per la contropropaganda? Ho ricevuto la foto da una newsletter di amici a cui sono iscritto, ma non sono riuscito a verificarne la fonte. Ve la propongo così come mi è stata recapitata. Questo il testo in francese della email:

“Une photo compromettante.
dimanche 30 mars 2008 par Jean-Paul Ribes.
Un commencement de preuve de l’implication de provocateurs chinois lors des émeutes de Lhassa le 14 mars dernier. Sur cette photo, prise par des observateurs britanniques, on voit nettement des militaires chinois recevoir de leurs officiers des  tenues de moines. Nous avions déjà formulé l”hypothèse de la participation de faux moines dans le déclenchement des actes de violence à Lhassa. Plusieurs témoignages nous étaient parvenus dans ce sens. Cette fois, les faits semblent avérés. Ils condamnent à la fois l” attitude des autorités chinoises et la propagande mensongère et haineuse qui a été développée et qui l’est toujours par ces mêmes autorités.Faites largement circuler ces documents. Source de la photo : agence gouvernementale des communications britanniques, reprise sur Phayul”.

Se vera, la foto dimostrerebbe come a Lhasa, capitale del Tibet una parte dei disordini dello scorso marzo non siano stati provocati dai monaci tibetani bensì da agenti provocatori dell’esercito cinese.

Giudicate voi. ∞

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Free Tibet

Questo blog aderisce alla campagna internazionale contro la repressione cinese in Tibet, tollerata dalla comunità internazionale. La scelta di assegnare le Olimpiadi 2008 alla Cina è stata un errore perché questo paese non rispetta i diritti umani e la libertà politica.

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Pechino 2008, spegnete quella torcia

Nessun politico, nessun rappresentante ufficiale e, forse, nessun sportivo, dovrebbe partecipare alle prossime Olimpiadi di Pechino 2008.

Il Tibet è uno stato sovrano, invaso nel 1949/1950 dalla Cina che da allora ha praticato una sistematica pulizia etnica, favorendo scientemente l’insediamento di centinaia di migliaia di cinesi così da rendere di fatto impossibile una successiva separazione di questo territorio. La Cina ha praticato in questi decenni una sistematica repressione politica, cultura e militare contro una popolazione pacifica: un atto di fatto tollerato dalla comunità internazionale a causa della chiusura di quei territori (ieri) e degli interessi economici (oggi).

Assegnare le Olimpiadi ad un paese che non rispetta i diritti umani è stato un errore, dettato da meri interessi politici ed economici.

Non stupisce che la protesta contro la repressione cinese in Tibet accadano in occasioni importanti, qual è stata ieri a Londra, la tappa del viaggio della fiaccola olimpica. Scontri tra polizia e un piccolo gruppo di manifestanti sono scoppiati fuori dallo stadio di Wembley, da dove la torcia ha iniziato il suo giro per la capitale britannica, imbiancata da una nevicata fuori stagione. Un dimostrante ha cercato di impadronirsi della torcia e di spegnerla con un estintore durante il suo passaggio per le strade a bordo di un tipico bus londinese a due piani. Altri tafferugli nella zona di Trafalgar Square. Almeno 30 persone sono state arrestate. Malgrado l’imponente dispositivo di sicurezza, centinaia di militanti pro-Tibet con cartelli e bandiere hanno atteso il passaggio della fiaccola lungo il percorso. L’ambasciatore cinese, la signora Fu Ying, che doveva portarla per un breve tratto accanto al British Museum, ha fatto da tedoforo a Chinatown, dove c’erano minori rischi di incontrare contestatori.

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Schede elettorali, pasticcio all’italiana

Se Bossi sbraita e minaccia di imbracciare i fucili, sono in molti a chiedersi, con altri toni, se davvero le schede elettorali, che useremo domenica prossima per scegliere la prossima coalizione di governo, siano davvero corrette, così come le attuali regole elettorali.

Attenzione a non commettere errori che potrebbero portare all’annullamento del vostro voto. Ecco come votare. (La fotosequenza è stata tratta da Repubblica.it)

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