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Mutui casa, in salita per tutto il 2008

tassi-andamento.jpeg La previsione era facile, nonostante le smentite e le rassicurazioni delle istituzioni finanziarie e bancarie. Il costo del denaro rimarrà a livelli molto alti anche per il 2008. Dopo la bolla dei mutui subprime e le turbolenza dei mercati, il sistema bancario non si fida a prestare soldi a tassi convenienti, con la conseguenza che il costo del denaro cresce. La Banca centrale europea, nella sua riunione di domani, con ogni probabilità confermerà il costo del denaro al 4%. I mercati sono attraversati da una forte tensione a causa delle perdite e crisi di liquidità patite dalla banche europee che avevano prestato denaro ai colleghi americani impegnati a finanziare mutui subprime difficili da incassare. Non a caso è di oggi la notizia che il fixing dell’Euribor a tre mesi (il tasso medio a cui avvengono le transazioni finanziarie in euro tra le banche) ha toccato martedì il 4,80%, il livello massimo dal 7 maggio del 2001. La conseguenza diretta per i risparmiatori e investitori sarà l’aumento del costo dei mutui a tasso variabile indicizzati a questo parametro, ma anche ritocchi al rialzo su quelli a tasso fisso. Gicoando di anticipo, Banca Intesa ha annunciato già martedì la correzione al rialzo (+0,35-0,40%) dei tassi fissi per i mutui alla clientela stipulati a partire da ottobre. Il momento di tensione è destinato a durare, secondo l’amministratore delegato di Credit Suisse Group, Brady Dougan, per almeno altri 18 mesi. Al danno si aggiunge la beffa: secondo il Crif (società che gestisce il principale sistema di informazioni creditizie operante in Italia) in Italia il mercato dei mutui sia strutturalmente solido e i tassi di insolvenza mostrino una sostanziale stabilità negli ultimi sei anni. Come dire, interpretando il pensiero delle banche: a differenza degli americani, i clienti italiani non danno problemi, ma intanto è meglio premunirci alzando il tasso dei mutui. Un po’ di fieno in cascina non fa mai male.

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Mutui casa, attenzione alle trappole

cantiere-edile.jpeg L‘articolo del Sole 24 Ore spiega alcuni accorgimenti per evitare ai risparmiatori di cadere in finanziamenti capestro.

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Mutui casa, previsioni nere

ben-bernanke.jpeg Negli scorsi giorni avevo scritto su questo blog che la decisione della Federal Reserve di tagliare il costo del denaro, voluta per rilanciare le borse (con il denaro a minor costo, gli investimenti crescono), in realtà mascherava la prondità della crisi del mercato immobiliare americano, travolto dal collasso dagli Arm (i mutui a tasso variabile sugli acquisti delle prime case). Oggi, la conferma arriva dal presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke (nella foto), ovvero colui che ha deciso la misura a favore delle borse. Bernanke, sentito in audizione al Congresso Usa, ha dichiarato: “Le conseguenze della crisi dei mutui, in termini di perdite sui mercati finanziari mondiali, hanno superato anche le nostre previsioni più pessimistiche”. Bernanke ha aggiunto una previsione ancor più negativa: “Le insolvenze sui mutui sono destinate a crescere ancora”. Tradotto, significa che altri americani non riusciranno a pagare più a pagare il mutuo sulla prima abitazione e perderanno, con ogni probabilità, la casa. Cosa sta quindi avvenendo sui mercati internazionali? Dopo la crisi del mercato finanziario americano e i contraccolpi europei (il caso Northern Rock in Gran Bretagna), i risparmiatori non intendono più investire in operazioni meno trasparenti (e più redditizie). Ma se il “parco buoi” non immette benzina nel motore del mercato, le banche e gli operatori finanziari vanno in sofferenza. Insomma, chi ha mutui immobiliari a tasso variabile è destinato a vivere pericolosamente nei prossimi mesi. Anche in Italia.

Scheda: i Fed Funds, il tasso di sconto tra banche.

(ANSA) – ROMA, 17 AGO – Il tasso di sconto, tagliato oggi dalla Federal Reserve per attenuare il divario fra questo parametro ed i Fed Funds, rappresenta in sostanza il saggio al quale la banca centrale Usa concede prestiti al sistema bancario. Questo tasso, fino a poco tempo fa, aveva peraltro un’importanza più che altro simbolica, in quanto il riferimento era costituito appunto dai Fed Funds, vale a dire il tasso interbancario sul brevissimo termine. Il tasso di sconto ha però finito gradualmente con l’assumere un’importanza crescente, in quanto disciplina il saggio cui si applicano i prestiti di emergenza concessi dalla banca centrale al sistema bancario.
La decisione odierna di intervenire su questo tasso e non sui Fed Funds sembra quindi legata alle attuali condizioni di criticità dei mercati finanziari che evidenziano la necessità di finanziamento straordinario dall’istituto centrale alle banche.
(ANSA).

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Cara dolce casa

casa.jpg L‘onda lunga, partita dagli Stati Uniti ad agosto, è arrivata in Europa, passando per la Germania, la Gran Bretagna e l’Italia. Lo scossone dato dagli Arm (i mutui a tasso variabile sugli acquisti delle prime case) all’economia negli Usa ha provocato l’effetto domino: banche americane ed europee in crisi di liquidità (Northern Rock), piccoli risparmiatori in allarme e febrillazione nel mondo finanziario. Ieri la Federal Reserve ha tagliato il costo del denaro: i tassi sui Fed Funds (i prestiti tra banche a breve termine) è passato dal 5,25 al 5 per cento e il tasso di sconto è sceso al 5,25 . La decisione, presa per rilanciare le borse, fa capire in realtà quanto sia profonda la crisi del mercato immobiliare americano. Un esempio: ad agosto i pignoramenti per le case americane è cresciuto del 115 per cento rispetto allo stesso periodo 2006. Circa 245 mila famiglie americane hanno perso la casa, andata all’asta o passata di proprietà ad una banca. E in Italia? La notizia è che i mutui casa stanno crescendo anche da noi: il nostro mutuo ci costa oggi il 5,62 di interessi contro il 3,25 per cento dell’ottobre 2005. In soldoni, su un mutuo di 100 mila euro noi paghiamo oggi 600 euro di interessi in più rispetto allo scorso anno. Alla fine, il conto qualcuno deve pur pagarlo…

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