Archivi tag: Lavoro

Il conto della crisi lo pagano i giovani

Segnalo questo articolo apparso sull’edizione online del Corsera. La crisi economica la pagano soprattutto i giovani. L’Italia è un paese vecchio che non guarda al futuro.

Lascia un commento

Archiviato in Attualità, Economia, giovani, Lavoro, Politica

Primo maggio, un lavoro per vivere non per morire

Primo maggio, festa dei lavoratori. Ha ragione il presidente Napolitano: “Basta morti sul lavoro”. Senza dimenticare l’altra emergenza: i precari. ∞

Lascia un commento

Archiviato in Attualità, Carta Straccia Blog, Costume, Cronaca, Economia, Lavoro, Politica

Strage alla acciaieria ThyssenKrupp, un omicidio volontario

I funerali degli operai arsi vivi nelle acciaierie Thyssen di Torino A meno di tre mesi dalla strage, la procura di Torino chiude la prima fase dell’inchiesta sull’incendio che nella notte tra il 5 e il 6 dicembre costò la vita a sette operai della ThyssenKrupp. I magistrati contestano l’accusa di omicidio volontario all’amministratore delegato del gruppo in Italia, Harald Espenhahn, mentre per gli altri (Gerald Priegnitz e Marco Pucci, ai quali si sono aggiunti due dirigenti dello stabilimento torinese) resta in piedi il «classico» omicidio colposo.
E’ la prima volta che per morti sul lavoro ai titolari o rappresentanti delle imprese è rivolta l’accusa di aver ucciso in maniera volontaria, – come un assassino – dei propri dipendenti. Secondo il magistrati infatti, I dirigenti delle acciaierie ThyssenKrupp sapevano che gli operai del proprio stabilimento rischiavano la vita ogni volta che entravano a lavorare, eppure hanno colpevolmente evitato di adottare le necessarie misure di sicurezza antincendio. Uno di essi, addirittura, Harald Espenhahn, l’amministratore delegato del gruppo italiano, avrebbe mandato i lavoratori incontro alla morte con la piena consapevolezza che, nei reparti sguarniti della fabbrica, un incendio sarebbe potuto scoppiare da un momento all’altro.
Mi chiedo ad alta voce se questa misura – su cui si può concordare e firmata dall’immancabile procuratore Raffaele Guariniello – sarebbe stata decisa in altre condizioni, con meno riflettori puntati sul caso, che rimane di una gravità estrema. Il contrario sarebbe grave, così come sarebbe altrettanto grave se magistrati e giudici non applicassero lo stesso metro. ∞

Lascia un commento

Archiviato in Attualità, Cronaca, Economia, Lavoro

Rogo ThysenKrupp, la settima croce

L’incendio nell’acciaieria ThyssenKrupp di Torino E’ morto ieri, 30 dicembre 2007, nel primo pomeriggio, nell’ospedale Cto di Torino, Giuseppe Demasi, 26 anni, il settimo operaio rimasto ferito nell’incendio avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 dicembre nello stabilimento di Torino della ThyssenKrupp. Era l’unico rimasto in vita dopo la tragedia. Nell’incendio era morto sul colpo Antonio Schiavone, poi nelle settimane successive si sono verificate le altre morti. Demasi era stato sottoposto a tre interventi chirurgici, ma nei giorni scorsi le sue condizioni si erano aggravate. Le altre sei vittime della strage alle acciaierie di Torino sono Antonio Schiavone, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rocco Marzo, Antonio Santino e Rosario Rodinò.

In segno di lutto, la città di Torino ha cancellato i festeggiamenti di capodanno 2007. Una decisione giusta nel rispetto del dolore delle famiglie. ∞

Lascia un commento

Archiviato in Cronaca, Economia, Lavoro

Thyssen, la promessa impossibile di Prodi

Alla fince ce l’ha fatta pure Romano Prodi. Il premier, accompagnato dalla moglie, ha partecipato ai funerali di Rosario Rodinò, 26 anni, la sesta vittima della tragedia della ThyssenKrupp. Durante le esequie, celebrate dal cardinale Severino Poletto nella parrocchia Regina della Pace, nella zona nord di Torino, il padre di Rodinò, ha chiesto singhiozzando al capo del nostro governo: “Presidente Prodi, mi prometta che cose così non capiteranno mai più. Guariniello deve andare fino in fondo”. E con lui molti altri operari. Prodi ha risposto a bassa voce: “Prometto, prometto”.

Prodi è una persona seria, un capo di Governo rispettabile, ma una promessa come questa sa molto bene di non porterla rispettare. A meno che non si voglia chiudere una percentuale a due cifre di italiche fabbriche.

Lascia un commento

Archiviato in Cronaca, Economia, Governo, Politica, Prodi, Salute

Il capo ti spia… cambia email

La posta elettronica violata

 Il datore di lavoro o il tuo dirigente può leggere in modo del tutto legittimo le email aziendali dei dipendenti, a patto che l’azienda abbia imposto la comunicazione della password del computer e della posta al superiore gerarchico. A stabilirlo è la Corte di Cassazione che ha confermato la sentenza di assoluzione decisa dal Tribunale di Torino  nei confronti di un datore di lavoro che aveva letto le e-mail aziendali di una dipendente. La donna era stata licenziata in seguito proprio a causa dei contenuti della posta elettronica.

La decisione è sorprendente. Sacro il principio che sancisce l’allontanamento del dipendente che agisce contro gli interessi dell’azienda, ci si domanda se il rapporto di forza – ad esempio, al momento dell’assunzione – sia equilibrato fra datore di lavoro e dipendente (pronto a sacrificare la privacy per il posto fisso…) oppure dell’uso seriale che un superiore potrebbe decidere nei confronti del subalterno che così si vedrebbe privato della riservatezza, altro principio riconosciuto ad una persona umano. Io non gradirei l’intrusione del capo nel mio computer, dentro cui custodisco anche cose riservate, certo non contrarie all’azienda per cui lavoro ma pur sempre private.  Certo posso attivare una casella di posta elettronica di uno dei tanti operatori della rete, ma l’escamotage non salva il diritto violato.

Il Grande Fratello sempre più presente non ha bisogno certo dei giudici per metterci sotto la sua lente di ingrandimento. ∞

Lascia un commento

Archiviato in Attualità, Media, Tecnologia, Web

Rogo ThyssenKrupp, sesta croce

Il dolore dei compagni delle vittime del rogo alla acciaieria ThyssenKrupp di Torino

 E’ spirato all’ospedale Villa Scassi di Genova, Rosario Rodinò, 26 anni. Fin dal primo momento, Rosario era apparso tra i feriti gravi della tragedia all’acciaieria. Penso alle famiglie di quegli operai morti e non riesco ad immaginarmi un Natale con il sorriso. Da cittadino mi chiedo cosa posso fare per contribuire ad evitare in futuro simili tragedie ed aiutare quelle famiglie, quei figli, quelle mogli sole, senza più un padre, un compagno, un figlio, un marito.  ∞

3 commenti

Archiviato in Attualità, Cronaca, Economia, Governo, Lavoro, Politica, Salute

Thyssen, la quinta croce

Rocco Marzo C‘è una nuova croce, la quinta, che va ad aggiungersi a quelle delle vittime dell’incidendio all’acciaieria ThyssenKrupp di Torino. E’ quella di Rocco Marzo, 54 anni, morto all’ospedale Le Molinette. Nei giorni scorsi i medici avevano tentato il trapianto, asportando la cute carbonizzata con pelle nuova. Invano. Sposato e padre di due figli, a fine mese Rocco Marzo sarebbe dovuto andare in pensione. Non ce l’ha fatta. Lo scorso 6 dicembre, Marzo stava facendo giro di controllo ma non ha fatto in tempo ad azionare la radio che teneva in tasca. Le fiamme gli bruciarono l’80% del corpo.

Restano gravissime le condizioni di altri due operai, entrambi 26enni, Giuseppe Demasi, ricoverato al Cto, e Rosario Rodinò, ricoverato al Centro grandi ustionati di Genova.

Lascia un commento

Archiviato in Attualità, Cronaca, Economia, Lavoro, Politica

Addio a Roberto, Antonio, Bruno e Angelo

I funerali dei quattro operai arsi vivi nelle acciaierie Thyssen di Torino

Le bare di Antonio, Roberto, Angelo e Bruno hanno lasciato la Cattedrale di Torino. Erano portate a spalla dai loro compagni di lavoro. Fuori le campane suonavano a lutto, i negozi chiusi per rispetto e la gente piangeva. Che ne sarà delle loro famiglie? Ieri le azioni Thyssen sono cresciute in borsa. ∞

Lascia un commento

Archiviato in Cronaca, Economia, Lavoro

La classe operaia esiste ancora

La strage alle “ferriera” Thyssen di Torino ha ricordato, ai molti che sembrano averlo scordato, che in Italia esiste ancora la classe operaia che muore per il lavoro e che guadagna un salario appena sufficiente ad arrivare a fine mese.
Scusate, di fronte ad una tragedia non si dovrebbe fare polemica. Ma è più forte di me. ∞

Nino Santino ai funerali del figlio
«Assassini, chi mi ridà mio figlio? Dov’erano gli estintori? Assassini».
(Nino Santino, il padre di Bruno, morto a 26 anni con altri tre operai nel rogo alle acciaierie ThyssenKrupp).

Tutto regolare
(Prima dichiarazione del gruppo ThyssenKrupp a difesa dell’impianto di Torino)

Lascia un commento

Archiviato in Attualità, Cronaca, Economia, Lavoro, Politica

Morire per il lavoro, nell’acciaieria dei ragazzi

Lo stabilimento di Torino

Il fatto.
Torino, giorno 6 dicembre 200, ore 1.30, Acciaierie Thyssenkrupp: un incendio scoppia nella linea 5 di trattamento termico dei prodotti di laminazione. L’olio bollente usato per temperare i laminati, traboca e gli operai che cercavano di spegnere le fiamme, vengono investiti dall’incendio.

Le vittime.
Antonio Schiavone, 36 anni, che abitava a Envie (Cuneo) con moglie e i tre figli di 4 e 6 anni, e di un maschietto nato appena due mesi fa. Era il più vicino alla linea 5 dove si è sviluppato l’incendio.
Roberto Scola, 33 anni, che era stato ricoverato all’ospedale Molinette, aveva ustioni di terzo grado sul 95% del corpo. Viveva a Torino, era sposato aveva due figli molto piccoli (uno di 17 mesi e l’altro di quasi tre anni). Quando è arrivato al pronto soccorso del Cto era cosciente e terrorizzato all’idea di non rivedere più i suoi bimbi.
Angelo Laurino, 43 anni, è stato stroncato da un’insufficienza multiorgano, a causa delle ustioni di terzo grado sul 95% del corpo. Anche lui abitante a Torino, aveva due figli, Fabrizio di 12 anni e Noemi di 14.
Bruno Santino, aveva 26 anni, ed era stato trasferito dall’ospedale Maria Vittoria al centro grandi ustionati del Cto. A pregare tutto il giorno perché si salvasse il fratello Luigi, pure lui operaio alla Thyssenkrupp (ma non era di turno mercoledì notte).

I feriti.
In ospedale restano tre operai in condizioni gravissime, hanno ustioni tra il 60 e il 90% del corpo.
Giuseppe De Masi (26 anni) sta ancora all’ospedale al Maria Vittoria di Torino, giudicato intrasportabile e lotta tra la vita e la morte. Vive a Torino con i genitori ed ha una madre infermiera.
Rosario Rodino (26 anni) trasferito al Centro grandi ustionati di Genova, dove viene tenuto in coma farmacologico.
Rocco Marzo (54 anni) sposato a padre di due figli. A fine mese sarebbe dovuto andare in pensione.

La fabbrica.

Le acciaierie della ThyssenKrupp di Torino chiuderanno nei prossimi mesi perché il gruppo ha deciso di concentrare la produzione nello stabilimento di Terni. Cinque anni fa aveva preso fuoco un treno di laminazione che aveva prodotto un incendio domato soltanto dopo tre giorni. Per tutti a Torino, la ThyssenKrupp era diventata la fabbrica “dei ragazzi”, il 95 per cento dei 180 dipendenti rimasti ha meno di trent’anni.

Le condizioni di lavoro.
Secondo le testimonianze degli operai, gli estintori erano semivuoti ma sigillati e quando si è tentato di usare gli idranti l’acqua non c’era. Altro aspetto da chiarire è l’operato della squadra antincendio e la sua formazione. Pare infatti che gli operai avessero la prassi di sbrigarsela da soli quando capitavano piccoli inconvenienti. Non è chiaro se la notte dell’incidente la squadra antincendio fosse presente al completo nello stabilimento o se ci fosse un solo componente che, come emergerebbe dalle prime indiscrezioni, era in un altro reparto. I turni di lavoro sono pesantissimi e quasi mai viene rispettata la tabella oraria.

L’indagine.
Il pm Raffaele Guariniello ha aperto due procedimenti penali paralleli come prevede la legge: “Uno riguarda le persone fisiche responsabili dei fatti, l’altro l’impresa”.

I sindacati.
Nei prossimi giorni Cgil, Cisl e Uil promuoveranno “importanti iniziative per la sicurezza, affinché questa strage finalmente si arresti”. Lo affermano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti

Commento.
1. Non si può permettere che in Italia si continui a morire sul lavoro, perché le norme di sicurezza non vengono sistematicamente rispettate.
2. Nel caso di Torino siamo di fronte da una strage, avvenuta in un ambiente di lavoro dove le condizioni sono pessime e ancora peggio lo sono le misure di sicurezza. I responsabili della ThyssenKrupp devono pagare con risarcimenti alle famiglie e anni di carcere perché sono responsabili di omicidi. Ma questo non succederà perché siamo in Italia, dove in galera ci vanno gli sfigati. Da noi scontano molti più anni di carcere quelli che, con il temperino, rapinano per qualche centinaio di la cassa di un supermercato, rispetto ai criminali di professione che truffano migliaia di persone o fanno i milioni gestendo aziende con il lavoro nero e senza sicurezza.
3. Spero che il pm Guariniello porti a casa, almeno questa volta, la sentenza di condanna. Qui non stiamo parlando di calciatori viziati o sportivi drogati, ma di padri di 20-30 anni che non ameranno più le loro mogli e non vedranno crescere i loro figli. Di famiglie che vivranno in futuro in condizioni difficili.
4. Ai sindacati dico che dovrebbero smetterla con il loro mestiere da burocrati di professione e di incazzarsi veramente per questi problemi: come si può morire a 30 anni per una fabbrica di m… destinata a chiudere tra qualche tempo, dove la sicurezza è una pratica sconosciuta. E’ per queste ragioni che si devono di portare in piazza le persone e, se non si ottengono le risposte, rovesciare le città: ma in Italia questo succede solo per un tifoso (?) ammazzato. Ma avete letto, sindacalisti di professione, la vostra nota? “Promuoveremo importanti iniziative per la sicurezza, affinché questa strage finalmente si arresti”. Ma andate a lavorare e in ferriera, al posto di quei poveri ragazzi. ∞

Lascia un commento

Archiviato in Attualità, Calcio, Cronaca, Diritti umani, Economia, Salute