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Ipad, il tablet cambierà la vita

Oggi è il grande giorno: l’Ipad arriva in Italia. Dopo mesi di rumors ed attese, ecco dunque che il tablet di Apple destinato a cambiare le nostre abitudini.

Io ho acquistato l’Ipad in Aprile durante un viaggio in California: ero scettico su Ipad ma mi sono ricreduto quando – appena arrivato all’aeroporto di Los Angeles – un ragazzino che lo usava. E poi negli store Apple, sempre i ragazzini che lo provavano.

Dopo due mesi di utilizzo provo a fare alcune considerazioni.

1. Ipad non è un computer ma un device/tablet destinato ad un utilizzo non professionale/lavorativo. Vi sembra banale? Invece è un punto di non ritorno. Mai rima d’ora un pc o un device direttamente arrivato dal mondo del computer era stato pensato e realizzato al di fuori del mondo lavorativo. E proprio i tablet saranno i protagonisti dei prossimi anni. Aspettiamo i concorrenti con Android e le potenzialità di Google (geolocalizzazione) applicate ai socialnetwork.

2. Ipad diverso da Iphone e Ipod. Sebbene usi lo stesso sistema operativo Ipad vive una vita a sé. Le dimensioni lo rendo scomodo fuori casa, ma dentro le mura domestiche ha un destino da re. Io ho ridotto dell’80 per cento l’uso del pc a casa (forte anche la novità). Guardate le due schermata di iTunes: la prima è la schermata di un Ipad, la secondo del mio Ipod. Noterete come lo spazio occupato da musica e video (Ipod), ceda progressivamente alle applicazioni (Ipad): a fare grande l’Ipad è utilizzo di determinate applicazioni (con forte utilizzo di grafica e video, oltre al collegamento online) senza l’obbligo di mettersi davanti al computer. Determinate applicazioni non sono semplicemente fruibili con l’iPhone o l’iPod a causa delle dimensioni dello schermo.

3. I vantaggi. Hanno già scritto tutto e tutti. Lo accendi con un click e non ha bisogno di aggiornamenti, driver e antivirus (provate un computer…), ha uno schermo touchscreen che funziona ed è utilizzabile al meglio (provate Kindle di Amazon, il miglior lettore di ebook al mondo…), l’Hd è vera (le immagini e video sono fantastici), è facile da usare (mio figlio di quattro anni usa solo l’ìPad e lo insegna a mamma), WiFi funziona (nonostante qc allarme appena uscito negli States)

4. Svantaggi. La memoria è poca, sopratttutto se acquistate un 16gb: io ho acquistato negli State il modello base ma lo sconsiglio. La soluzione ideale (visto il rapporto qualità/prezzo) è il 32gb. In Italia i gestori telefonici e 3G hanno rifatto l’ennesima truffa ai danni degli utenti: abbiamo le peggiori tariffe 3G dei Paesi avanzati. Manca la telecamera: arriverà ma questo fa arrabbiare. Geolocalizzazione: non è poi così efficiente ed efficace ed è probabile che Apple si giochi proprio su questo punto la guerra con i prossimi tablet targati Android e Google. Che io vedo come i futuri vincitori. A meno che…

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Cara, carissima Sanità Italiana (e Trentina)

Cara, carissima sanità. E’ un periodo che mi incazzo facilmente. Lo ammetto. Ma oggi abbiamo superato il limite.

Nel mio bel Trentino, dove tutto funziona, faccio una visita medica al dannato ginocchio sinistro che da 30 anni mi provoca più sofferenze che soddisfazioni (peggio del centrosinistra…). Vado dal medico di base e mi faccio prescrivere una risonanza magnetica, dopo un po’ di lista d’attesa vado in ospedale e faccio le radiografie. Siccome fatico a camminare, scelgo la via breve della visita a pagamento (mica posso aspettare qc settimana o mese con un ginocchio a melone…).

Ve la faccio breve e passo direttamente al conto: 120 euro di visita privata (hai voluto la visita privata subito, paga, che importa se dovevi aspettare giorni… lo stesso medico a pagamento c’è in poche ore), 83 euro di una ginocchiera (venduta dalla fisioterapista dello stesso studio medico privato, nella foto accanto), 285 euro per numero tre iniezioni da fare al ginocchio (farmaco americano, fuori tabellario italiano e da acquistare direttamente presso l’importatore di Venezia. “Non è oleoso ma viscoso e quindi è più efficace”, mi vasellina lo specialista al quale sono sempre più tentato di rompere un testicolo con un calcio ben piazzato da sotto il tavolo modello Ikea), 60 euro a ogni seduta per le tre “punture” (indovinate chi me le farà… sì, proprio lui, l’algido specialista privato), più il plantarino che un altro specialista dello stesso studio dello specialista mi farà, previa visita privata a pagamento (ovvio!!!). Totale ad oggi: circa 550 euro, plantare e prossima visita esclusa. Trentino: abitanti meno di 500 mila, spesa sanitaria 1 miliardo di euro. Posso incazzarmi? Ma come fa la gente che non si può permettere tutto questo?

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Mafia, sequestrati i beni di Provenzano e Lo Piccolo

I boss Provenzano e Lo Piccololo-piccolo.jpeg Beni per circa 150 milioni di euro sono stati sequestrati a un prestanome dei boss Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo. Gli agenti della questura di Palermo hanno apposto i sigilli a centinaia di immobili in provincia di Trapani e di Palermo intestati o riconducibili ad Andrea Impastato, 60 anni, arrestato nel 2002 per mafia e ritenuto un prestanome dei due boss.

Il patrimonio sequestrato comprende aziende operanti nell’edilizia e nell’estrazione di materiale da cava, complessi industriali, capannoni, terreni, beni mobili, conti correnti, depositi e titoli per un valore complessivo di un milione e mezzo di euro, e un complesso turistico-residenziale a San Vito Lo Capo, costituito da numerosi appartamenti e alcune villette. I provvedimenti di sequestro sono stati disposti dai giudici del tribunale di Palermo che hanno accolto la richiesta del procuratore aggiunto Roberto Scarpinato e del pm Gaetano Guardì, che hanno coordinato l’inchiesta.

Una bella notizia per tutti e una notizia che dà speranza ai molti che in Sicilia contrastano la mafia. ∞

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2007, Internet cresce in un’Italia sempre più 2.0

Internet si espande in Italia Copio e incollo il post di Federico Cella, dal blog “Vita digitale” ospitato su Corriere.it, che presenta i dati di Nielsen Online sui trend della navigazione in Rete in Italia. Si parte con il dato annuale circa la crescita di utenti Internet in Italia: i navigatori italiani – da casa o dall’ufficio – sono cresciuti del 23%, passando da 20 a24,5 milioni.Le pagine viste nell’anno crescono da 1.300 a 1.600 circa, con un aumento di 4 ore del tempo speso online: da 18 a 22 ore all’anno per ogni cybercittadino. Quasi l’80% degli italiani connessi utilizza la banda larga. Tra chi naviga, sono sempre prevalenti gli uomini (58%), ma le donne italiane online crescono a un ritmo più sostenuto (c’è un “distacco” da recuperare): +28% rispetto al +19% di crescita tra gli uomini. Crescono considerevolmente gli utenti appartenenti alle fasce d’età 12-17 (quasi 2 milioni, +24% rispetto al 2006) e 35-49 (8,3 milioni, +52% rispetto al 2006).Tra le categorie di siti che rilevano i rialzi più significativi rispetto al 2006 da segnalare le communities (14,3 milioni di utenti, +46%), trainate soprattutto da Windows Live Spaces, Libero Community, Alice Community, MySpace e Facebook, i siti di news (12,5 milioni di utenti, +56%) con La Repubblica, Il Corriere della Sera, MSN News, Ansa e Mediaset News, i tool di ricerca e traduzione (10,2 milioni di utenti, +65%), trainati da Wikipedia, Yahoo! Answers, WordReference e Altavista Babel Fish, i siti di video (10 milioni di utenti, +96%), trainati soprattutto da YouTube, ma anche da Alice Video, Google Video e Libero Video, i siti di mappe e informazioni di viaggio (9,5 milioni di utenti, +69%) con Google Maps, ViaMichelin, Paesionline, Google Earth e Mappy, i siti di broadcasting (8,2 milioni di utenti, +68%), con Mediaset, Rai, Sky, La Repubblica Tv e Corriere TV e per finire i siti per la ricerca immobiliare (1.9 milioni, più che raddoppiati rispetto al 2006). Per quanto riguarda la diffusione dell’e-commerce, l’Italia continua a presentare ritardi rispetto agli altri paesi europei: a settembre 2007 gli acquirenti online sono stati 1,6 milioni, pari al 7% dei navigatori attivi.Dopo tutte queste cifre, il rapporto focalizza sull’utilizzo del Web 2.0: dai blog ai video, sono 13,6 i milioni di italiani catturati dalla “Rete autoprodotta” dagli utenti, ossia il 61% del totale dei navigatori. I frequentatori di blog sono 6,4 milioni. “In soli sei mesi – da gennaio a giugno del 2007 – la nostra analisi sui siti di Web 2.0 ha rilevato 2 milioni di visitatori in più. Questo dato conferma che il desiderio di condividere esperienze ed emozioni non è un fenomeno estemporaneo ma risulta invece essere sempre più radicato tra gli internauti”, ci dice a margine del rapporto Ombretta Capodaglio, marketing manager di Nielsen. “Ponendo infatti l’attenzione su alcuni dei casi più noti del Web 2.0, emerge come l’interesse verso nuove forme di socialità sia un fenomeno tutt’oggi in crescita, che registra incrementi di utenza molto sostenuti: Wikipedia raccoglie 8,4 milioni di utenti, con una crescita del 59% nell’anno, YouTube con oltre 7 milioni e Myspace con 2,6 milioni di utenti hanno più che triplicato l’audience nell’ultimo anno”. Gli utenti del Web 2.0 inoltre hanno un consumo più intenso della Rete: passano infatti online il 40% di tempo in più rispetto al totale internauti italiani, in virtù non tanto di sessioni di navigazione più lunghe, ma di una maggior frequenza di accesso alla rete (57 sessioni al mese contro le 41 della media italiana). ∞

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Addio Ventura, buona Mela

Simona Ventura Leggo dal Corriere.it: “In un’intervista esclusiva concessa a Tv sorrisi e canzoni Simona Ventura, fresca reduce dal trionfo della quinta edizione dellIsola dei famosi, confessa a sorpresa la sua intenzione di trasferirsi negli Stati Uniti per completare il suo bagaglio televisivo. «Sono pronta per trasferirmi a New York dove sto comprando una casa e dove spero di lavorare in un tipo di tv che qui in Italia possiamo solo sognare. Ho già preso accordi per svolgere uno stage in una televisione americana – dice la popolare conduttrice -. Perchè voglio anche impadronirmi del loro modo di lavorare»”. Il biglietto è di sola andata?  ∞

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Dalai Lama, le frasi “italiane”

Dalai Lama La politica italiana lo ha ricevuto dalla porta di servizio pur di non dispiacere alla Cina che per l’Occidente è vista soprattutto come “opportunità economica” da non perdere. Lui, il Dalai Lama, ha ricambiato l’ospitalità con una serie di dichiarazioni che, ancora una volta, ne confermano il valore umano e spirituale.


Voglia di Tibet

“Vorrei andare in Tibet e anche in Cina per una visita breve, ma la propaganda cinese mi demonizza, per loro sono un nemico del popolo e così quelli che mi incontrano, da Bush alla Merkel, diventano anche loro mezzi demoni”.

Autonomia, non indipendenza.

“Tutto il mondo sa che non chiediamo l’indipendenza, ma l’autonomia per il Tibet. Quando l’armata Rossa giunse in Tibet, si parlò di liberazione pacifica e perciò nel 1951 si fece un accordo di 17 punti che prevedeva due sistemi in un solo Paese. Nel 1959 le cose cambiarono, nel 1974 abbiamo pensato di chiedere l’autonomia, mentre dal 1979 abbiamo dovuto parlare direttamente con il governo centrale cinese: da quella data è rimasto un contatto che prevede un dialogo continuo, perché il Tibet rimanga sotto la costituzione della Repubblica Popolare Cinese. Questa costituzione prevede l’autonomia per le diverse etnie, perciò noi abbiamo chiesto di avere un’autonomia significativa. Ora chiediamo alle autorità cinesi di mettere in pratica ciò che é previsto dalla loro stessa Costituzione”.

La repressione cinese
“Quello che sta avvenendo nel Paese, è un genocidio culturale ma repressione e terrore non sono un bene neanche per la Cina”.

Dalai Lama donna
“Il prossimo Dalai Lama potrebbe essere una donna. Se fosse più utile una donna il Lama potrebbe reincarnarsi in questa forma. Secondo il Budda Dharma, uomini e donne hanno uguale diritto. In ogni caso, se l’istituzione del Dalai Lama per successione continuerà o meno, dipenderà dal popolo tibetano: sarà lui a decidere”.

La guerra
“La via della pace è possibile solo se l’uomo migliora nel profondo. I grandi capi delle religioni teistiche dovranno chiedere a Dio perché accade tutto ciò, mentre le altre religioni, che hanno una visione legata a causa e condizione, come il buddismo, sostengono che se c’è tanta guerra è frutto dell’azione dell’uomo, frutto dell’intenzione umana stessa. Per questo motivo soldi e tecnologia non possono risolvere i nostri problemi. Tutte le grandi religioni, anche se diverse tra loro, hanno enorme potenzialità di realizzare la pace interiore ed è l’unico mezzo per arrivare a una pace reale”.

Papa Ratzinger

“Avrei desiderato vederlo, per un saluto, per rispetto, per un impegno morale… Iin passato ho avuto l’opportunità di incontrarlo, questa volta invece no, evidentemente avrà le sue difficoltà, avrà poco tempo o altri impegni”.

Papa Wojtyla
“Mi mancano Giovanni Paolo II e la sua determinazione nel promuovere i valori umani e il discorso interreligioso, come nel meeting di Assisi. Oh, Giovanni… Wojtyla è stato un grande, non solo ufficialmente, ma personalmente, un uomo davvero meraviglioso per cui ho sentito una sensazione piacevole sin dal primo incontro”.

Conversioni religiose
E’ più salutare rimanere con la propria fede di cuore, quella di nascita, altrimenti si rischia di far confusione.

Presenza ingombrante
“La natura della mia visita non è politica e non voglio creare problemi allo Stato e alle autorità dei Paesi che visito. Per me non c’è nessun problema, io non provo imbarazzo. Voi lo sapete meglio di me, io sono solo un visitatore straniero”.

E Pechino risponde
“La Cina condanna tutti coloro che ricevono il secessionista Dalai Lama ma, almeno per il momento, non minaccia ritorsioni contro i paesi ospitanti. Il Dalai Lama non è solo una figura religiosa ma è un esiliato politico impegnato in attività volte a frantumare la Cina. Il problema del Tibet non è un problema religioso o culturale ma un problema che coinvolge il territorio e l’integrità della Cina. Le sue azioni dimostrano che in realtà non ha rinunciato all’indipendenza. Potete verificare tutto quello che ha detto e fatto da quando ha lasciato la madrepatria (il leader tibetano vive in esilio in India dal 1959, ndr.). Non ha mai rinunciato all’intenzione di spaccare la Cina. Ci sono molti esempi, per esempio, mantiene in vita un governo in esilio”. ∞

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A De Magistris una ciambella europea

Luigi De Magistris “L‘Italia dei Valori starebbe pensando di offrire una candidatura al Pm Luigi De Magistris per le prossime Europee. E’ quando riferiscono fonti autorevoli del partito che fa capo ad Antonio Di Pietro. Da parte del magistrato, però, non sarebbe arrivata ancora alcuna risposta”. (Ansa, 2007-12-06 15:18).

Ditemi che non è vero. Vi prego…

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Google lavora per recuperare l’Italia nell’Android Challenge

Android Google    La risposta di Google è arrivata attraverso il blog ufficiale: il gruppo di Mountain View sta lavorando per far rientrare l’Italia in “Android Challenge”, il concorso che assegnerà 10 milioni di dollari per le migliori applicazioni sviluppate su Android, sistema operativo mobile sviluppato da Google e basato su piattaforma open source. Inizialmente il concorso aveva escluso Italia e Quebec, oltre agli “stati canaglia” (Cuba, Iran e Afghanistan e pochi altri) a causa di “restizioni locali”.

Il problema nasce perché che nel nostro Paese “le regole sulle manifestazioni a premio prevedono una serie di obblighi burocratici di notevole impatto per le aziende ed in particolare per le imprese che non hanno sede in Italia”. Inoltre il regime delle esclusioni si presta ad interpretazioni non univoche». Le parole di Google riprendono quanto è stato detto sui blog dal giorno della notizia dell’esclusione italiana, ma non aggiungono molto riguardo alle “interpretazioni non univoche”.  ∞

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IPhone sbloccato in Germania a 999 euro

IPhone è in vendita sbloccato in Germania T-Mobile, la società mobile di Deutsche Telekom, venderà in Germania l’IPhone sbloccato, senza il lucchetto elettronico che vincola l’apparecchio all’operatore telefonico, al prezzo di 999 euro. Lo ha comunicato la stessa T-Mobile in una nota ufficiale. Il prezzo di 999 euro è lo stesso imposto da Apple in Francia, anche qui è in corso una disputa legale, contro i 399 euro fissati nei due paesi europei per l’IPhone vincolato ad un operatore. La vendita libera di T-Mobile continuerà fino a quando sarà risolta la battaglia legale avviata da Vodafone.

Il concorrente Vodafone si era aggiudicata una prima vittoria nella battaglia legale quando nei giorni scorsi i giudici della Corte di Amburgo avevano ritenuto, in via preliminare, contrario alla normativa tedesca l’accordo blindato T-Mobile ed Apple.

Dal fronte italiano, nessuna novità: gli ultimi rumors danno in arrivo l’iPhone su Vodafone nella versione dotata di connettività Umts, per la prossima primavera, ma la compagnia non conferma. ∞

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Il “nein” tedesco all’IPhone con lucchetto

IPhone I giudici della Corte di Amburgo hanno sancito che è contrario alle leggi tedesche vendere in Germania l’IPhone e costringere il consumatore a legarsi obbligatoriamente e in esclusiva per almeno due anni ad un unico operatore, in questo caso T-Mobile. I giudici hanno così dato ragione a Vodafone, il secondo operatore in Germania, che aveva presentato una causa contro il matrimonio blindato AppleDeutsche Telekom. La partita non è ancora conclusa ma è probabile che, dopo la Francia, anche la Germania costringa Apple ad aprire ad altri operatori la sua ultima meraviglia tecnologica. Una politica quella di Apple – quella di distribuire IPhone nei vari paesi con una sola compagnia telefonica – dettata dalle prospettive di altissimi guadagni: Steve Jobs, grazie ad IPhone con il lucchetto, chiede ai vari operatori partner (At&T per gli Stati uniti, Orange per la Francia, O2 per l’Inghilterra) una percentuale sul traffico generato dai cellulari della Mela Morsicata. Cosa succederà in Italia? Apple non ha ancora trovato un accordo con Telecom, l’unica compagnia telefonica ad avere la rete Edge (IPhone non ha la tecnologia Umts…) ma il problema si riproporrà, con tutta probabilità, anche nel nostro Paese. Ufficialmente, l’accordo è sfumato a causa delle mancate garanzie di Copertino sulle quantità di IPhone da consegnare ai negozi, ma non è escluso che la questione riguardi anche le royalty. In linea di massima il Garante per le comunicazioni non vieta i cellulari con il lucchetto (è già successo) salvo pagare una somma o, addirittura, gratuitamente dopo 18 mesi ma a complicare le cose c’è il decreto Bersani, lo stesso che ha cancellato i costi delle ricariche, il quale permette al cliente di recedere dal contratto con un preavviso di 30 giorni. Rimane da capire se la via di fuga riguarda il solo contratto telefonico o anche l’apparecchio. Insomma un bel rebus che, con tutta probabilità, concorrerà a posticipare l’arrivo in Italia di IPhone. Ad eccezione di quei pochi fortunati che se lo sono fatto portare dagli States. E a questo proposito, IPhone sarà sul mercato francese a partire dal 29 novembre. La Francia, così come l’Italia, fanno parte dell’Unione europea dove è sancito il diritto di libera circolazione delle merci… ∞

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Savoia, famiglia poco reale e molto venale

I Savoia Ci mancavano solo i Savoia a lamentarsi del trattamento dello Stato italiano tanto da chiedere, euro più euro meno, 260 milioni di risarcimento. Per la precisione sono 170 milioni gli euro richiesti da Vittorio Emanuele, mentre il figlio Emanuele Filiberto si accontenta – si fa per dire – di soli 90 milioni . Più interessi, naturalmente. Sfollati da una vita, i reali reclamano anche una casa e chiedono alla Repubblica Italiana la restituzione dei beni confiscati. Per la verità Vittorio Emanuele una casa con le sbarre alle finestre aveva rischiato di trovarla (e gratis per una vita) quando sparò, uccidendolo, ad un turista tedesco in Corsica.

Vivendo in una società mediatica, i catodici Savoia hanno scelto Ballarò, trasmissione un po’ comunista di Rai3, per annunciare ai sudditi la loro richiesta. Quella formale è arrivata circa 20 giorni fa con una lettera spedita (raccomandata con ricevuta di ritorno) al primo inquilino del Quirinale e massima carica dello Stato, il presidente Giorgio Napolitano e, tanto per non sbagliarsi, anche all’attuale inquilino di Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Romano Prodi. Chissà se Prodi, tra una votazione e l’altra, tra emendamenti e spallate al Senato e Parlamento avrà trovato il tempo per scartabellare le sette pagine vergate dai legali della Reale Casa Savoia , Calvetti e Murgia.

Il reale espatriato Emanuele Filiberto spiega alle telecamere di Ballarò in una mirabile intervista che i danni morali sono dovuti alla violazione dei diritti fondamentali dell’uomo stabiliti dalla Convenzione Europea per i 54 anni di esilio dei Savoia sanciti dalla Costituzione Italiana. Per tutta risposta, il segretario generale della presidenza del consiglio Carlo Malinconico manda a dire che il Governo non solo non ritiene di dover pagare nulla ai Savoia ma che pensa di chiedere a sua volta i danni all’ex famiglia reale per le responsabilità legate alle tristi vicende storiche. Che l’uscita della dinastia più sgangherata d’Europa sia quantomeno infelice, lo testimonia la dichiarazione di un fedelissimo della Casa Sabauda, Sergio Boschiero, segretario nazionale dell’Unione Monarchica Italiana: “L’avocazione allo Stato dei beni del re fu la prima grande rapina dopo la caduta della monarchia, ma non mi sembra il momento opportuno per rivendicazioni”. Dentro al mondo sotto naftalina di nostalgici e monarchici il dibattito è destinato a crescere, se non altro perché il portavoce di Casa Savoia, Filippo Bruno di Tornaforte ricorda precedenti illustri: “E’ il caso della Grecia, che ha dovuto pagare un cospicuo risarcimento a re Costantino e alla sua famiglia per l’ingiusto esilio”. Lo stesso Tornaforte (un cognome, un destino e una profezia, ndr.) si affretta, nell’improbabile quanto estemporaneo tentativo di lifting mediatico degli eredi Savoia, a precisare che i proventi dell’eventuale vittoria processuale andrebbero a una neonata “Fondazione Emanuele Filiberto di Savoia” e destinate “in opere di beneficenza e di sostegno alle fasce sociali più disagiate”.

Voi vi fidereste di Vittorio Emanuele? Io no. Chissà cosa ne farebbe di tutti quei soldi, se non ha perso i vizietti immortalati nelle intercettazioni telefoniche che lo portarono, questa volta per davvero, nelle patrie, repubblicane e quindi volgari carceri italiane. L’Italia è davvero un paese bizzarro ma stavolta – io lo spero – qualche italiano potrebbe incazzarsi per davvero, costringendo i regnanti ad un altro mezzo secolo di esilio. E chissà che un’onda di sana incazzatura popolare – tanto forte quanto quella che nel 2003 li riaccolse in Patria – riservi loro, alla prossima visita ai sudditi, non bandierine con lo stemma sabaudo ma ceste colme di genuini italici ortaggi da lanciare con gioiosa forza all’indirizzo dei regnanti in mora. Indietro Savoia! ∞

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Intervista a Springsteen

Bruce “The Boss” Springsteen Bella intervista del corriere.it a Bruce Springsteen e le sue radici (non solo) italiane. Il Boss, che sarà in Italia il 28 al Forum di Milano (già tutto esaurito), parla dell’America di oggi e del suo rapporto con le canzoni nuove e vecchie di un repertorio che non ha eguali. Da non perdere per i fan del Boss. ∞

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Pallavolo, brave ragazze!

L’Italia del volley femminile vince la World Cup Le nazionale femminile di pallavolo hanno vinto la World Cup. Non era mai successo prima, così come non era mai successo prima che una nazionale azzurra vincesse tutte gli incontri di un torneo, portando a 21 la serie di successi consecutivi. A Nagoya, in Giappone, le pallavoliste italiane hanno giocato 11 match, dei quali 10 vinti 3 a 0.
Eppure, giornali e televisioni se ne sono accorti all’ultimo, occupati a seguire il coma sportivo in cui versa il calcio. Sarebbe bene incominciare a seguire e sostenere sport, come la pallavolo appunto, ancora liberi da tensioni, veleni e violenza.
Sotto la formazione che, appassionati a parte, pochi conoscono. Brave ragazze.
ITALIA: Barazza, Aguero, Del Core, Ferretti, Gioli, Piccinini, Cardullo, Guiggi, Secolo, Anzanello, Lo Bianco, Ortolani. Allenatore: Barbolini. ∞

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Picciotti spa, azienda leader in Italia

Mafia, pubblicità Quando pensi ad una grande azienda italiana, pensi – che ne so – alla Fiat, a Mediaset o Indesit. Se pensi ad un’azienda famosa, ti viene in mente la Ferrari o qualche firma legata alla moda. E invece no, quando pensi all’azienda che ha il fatturato più alto, 90 miliardi di euro, e il maggior numero di dipendenti, questa non può essere che la mafia. Siamo un paese davvero civile, non c’è che dire. ∞

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